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“DirSI” due anni di noi

2 anni di Spazio DirSI: da un progetto di rete alla costruzione di un’alleanza. Domani il progetto festeggia il secondo compleanno 

Spazio DirSI, nato il 17 marzo 2021, è un progetto di rete finanziato dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena nell’ambito del Bando Riesco costituita dalle seguenti associazioni di Siena e non solo: Associazione Le Bollicine APS (Ente Capofila); ANMIC Siena; Asedo Siena; Associazione  Autismo Siena Piccolo Principe; Associazione Riabilita O.D.V.; U.I.C.I. Sez. Territoriale di Siena  APS; Associazione Se mi Aiuti Ballo Anch’Io; Associazione Culturing – APS.; C.A.I. Sez. di  Siena; Associazione Visionaria, in collaborazione con enti pubblici del territorio.

Nato in risposta all’emergenza Covid, i protagonisti hanno intrapreso un percorso di condivisione e rilettura dei bisogni del territorio, mirato alla sperimentazione di una nuova modalità ibrida di erogazione di servizi in presenza/online, che possa ovviare a nuove eventuali situazioni di restrizioni dovute all’evolversi della situazione pandemica e basato sull’utilizzo di tecnologie fruibili anche ai soggetti con disabilità.

La condivisione di esperienze e risorse sono stati i punti di forza per costruire uno spazio condiviso che partendo dalla centralità della persona con disabilità intraprenda la costruzione e la sperimentazione di una nuova modalità di fare rete e di percepirsi come comunità.

Le associazioni aderenti al progetto hanno costituito un ATS con una governance partecipata e un proprio statuto.

Per saperne di più

Lo Staff Spazio DirSI  Disabilità in rete a Siena

Quando uno spazio diventa una comunità per Informare, Includere e funzionare Insieme tel. 0577 40052 – mail spazioinformarsi@spaziodirsi.it 

sito web www.spaziodirsi.it

La Misericordia “fa rete”: 19 nuovi soccorritori

Sabato 25 febbraio grande festa per  le Misericordie di Poggibonsi e Colle di Val d’Elsa: 19 candidati hanno brillantemente superato l’esame del corso soccorritori, il primo svolto congiuntamente dalle due realtà del volontariato valdelsano. Una dimostrazione di come è importante fare rete: condividere progetti.

Sempre in ambito formativo, intanto, proseguono, ad opera della Misericordia di Poggibonsi, le lezioni per abilitare all’uso del defibrillatore DAE gli studenti e le studentesse delle classi quarte e quinte dell’Istituto superiore “Roncalli”. Sabato mattina 30 giovani hanno conseguito l’abilitazione e ora potranno intervenire nel malaugurato caso si trovino difronte ad una persona in arresto cardiaco.

Poche semplici nozioni e manovre che sarebbe utile conoscessimo tutti.

A.V.

I mille volti della giornata del volontariato

Le volontarie ANPAS, Sonia ed Emilia, in missione  per conto di “Otaria la volontaria” , hanno intervistato i volontari delle più disparate associazioni di Siena e provincia. Come hanno cominciato, cosa fanno e perché ognuno di voi dovrebbe provarci?

Quando abbiamo proposto di raccontarci insieme per la giornata internazionale del volontariato, quello che state per leggere doveva essere un articolo a quattro mani, sono diventate… udite udite, millemila! Perché? Perché quelle che erano poche e semplici domande, veicolate dalla nostra Otaria la volontaria, si sono rivelate un interessante esperimento sociale. Non saremo forse brave a mettere in fila i dati, interpretarli con dovizia scientifica e incastrarli in grafici con linee e curve più o meno precise, ma abbiamo imparato che raccontarsi aiuta a conoscersi, condividere e fare rete.

Il nostro instancabile passaparola ci ha permesso idealmente di girare in lungo e in largo sul territorio della nostra provincia, tra associazioni grandi e piccine con obiettivi e finalità diversi ma sempre complementari. No, non abbiamo scovato l’identikit del volontario ideale. Il volontario non è un supereroe, non ha superpoteri e materialmente non abbiamo trovato nemmeno quella gomma magica gigante che il volontario userebbe per cancellare i momenti più bui e regalare sorrisi.

Abbiamo trovato soltanto persone che fanno dell’essere volontario il proprio stile di vita, guardando al mondo con cuore e occhi diversi, lasciandosi arricchire dai giorni che passano, dai volti che si incontrano, dalle esperienze che si vivono perché improvvisamente quando fai della tua vita un dono pensi che a viverle le vite altrui hanno tutto un altro sapore. E se fare volontariato significa moltiplicare bellezza, noi siamo pronte a raccontare tutte le storie che abbiamo incontrato perché non puoi cambiare il mondo se non ci cammini dentro, se non fai diventare parte di te ogni storia che ascolti, diventando a tua volta una storia da raccontare.

Irene una volontaria

Irene una volontaria

Essere volontari è scegliere di donare il proprio tempo ma non significa essere catapultati in una vita parallela quanto piuttosto in una vita autentica. I volontari che si sono raccontati sono genitori, figli, nonni, nipoti. Ognuno di loro porta con sé un bagaglio di vita diverso dall’altro, con il comune denominatore dato dalla somma del cuore che decide, la mente che si impegna e le mani che si aprono al mondo. C’è chi ha cominciato per curiosità, chi è stato trascinato da amici e parenti, chi lo ha sempre visto fare, chi ha sentito la necessità di fare la propria parte. Noi due, Sonia e Emilia, abbiamo cominciato… ehm, dobbiamo proprio dirlo? Un po’ per scherzo, un po’ per amore. Oggi, per entrambe, il volontariato è la “benzina” di alcuni giorni e la Pubblica Assistenza è una “questione di cuore e di congiunti”.

Rachele ha cominciato per combattere la noia, oggi continua per amore. Anna voleva imparare cosa non sbagliare in un arresto cardiaco, pensava di fare tre lezioni e via, oggi è formatrice regionale. Michela, insegnante di yoga, ha cominciato per il tirocinio di counseling in Quavio e perché da tempo sentiva il desiderio di fare qualcosa per gli altri, soprattutto nel fine vita.

Michela

Michela

Per Michele la Misericordia di Montalcino è sempre stata una seconda “casa”, dove osservava con gli occhi di un bambino il via vai di mezzi e volontari, tra i quali c’era anche Riccardo che non aveva esitato a mettersi in gioco diventando volontario quando mancavano i giovani per garantire i servizi di emergenza.

Michele

Michele

Mattia si iscrisse ad un corso per volontario soccorritore su forzatura di un amico, però qualche settimana prima aveva assistito ad un brutto incidente stradale e pensò che, se gli fosse ricapitato, avrebbe saputo come comportarsi.

Mattia

Mattia

Enza è una cuoca in pensione che ha messo il cuore nelle pentole prendendo parte per la prima volta nel 2016, in occasione del terremoto del Centro Italia, alle attività del volontariato di Protezione Civile ANPAS presso il campo base di Norcia. Stefania è un’insegnante che crede nello scautismo come strumento educativo e nel volontariato come modo per donare e trovare la felicità. Alessandra oggi è volontaria soccorritrice in emergenza, fa protezione civile ed è impegnata nei servizi sociali, ha cominciato nel 2011 perché condivide da sempre i valori della Pubblica Assistenza che le ha salvato la vita in un brutto incidente automobilistico in seguito al quale ha deciso di voler conoscere meglio il mondo del volontariato ANPAS.

Paola è una psicologa dell’arte che ha deciso di impegnarsi per la solidarietà e i diritti dei bambini a seguito della strage nella scuola Numero 1 di Beslan, nell’Ossezia del Nord, evento per il quale un forte impegno è stato sostenuto anche dal territorio senese perché la sofferenza di qualsiasi essere umano ci riguarda da vicino e non può lasciarci indifferenti. Marco ha cominciato perché nel suo paese mancava una realtà come quella della Pubblica Assistenza e ha ritenuto giusto fare la propria parte per la comunità. Cristina si sente parte di qualcosa di grande. A Francesco piaceva guidare un’ambulanza e Olga e Giancarlo si sentono gratificati dal tempo impiegato in associazione tra i vari servizi di trasporto ordinario. Sin da quando aveva due anni, Mario è cresciuto in Pubblica Assistenza e i volontari sono stati una seconda famiglia, oggi è un soccorritore perché può contribuire a rendere più sicura la comunità e ad aiutare chi ha bisogno.

Jacopo stava andando a scuola quando vide passare un’ambulanza a sirene spiegate, notò che le persone all’interno della cabina erano concentrate ma per nulla spaventate e ne rimase colpito al punto da rivolgersi all’associazione dove ora svolge servizio ogni domenica da diciotto anni.

Jacopo

Jacopo

E Mario e Tommaso? Loro hanno sempre coltivato la voglia di aiutare il prossimo e sono diventati volontari. Gli abbiamo chiesto il perché e ci hanno risposto con una gran bella domanda: perché mai avrebbe dovuto essere diversamente?

Diventiamo volontari perché scegliamo di esserci, ci inseriamo nella realtà in cui ci formiamo da volontari, l’associazione diventa “famiglia” pronta ad accogliere e ci lasciamo trasformare. Cresciamo insieme e ci interroghiamo sul nostro ruolo per essere una parte attiva del cambiamento che vorremmo vedere lì fuori, dove ci riscopriamo solidali e partecipi alla vita dell’altro. Mario sostiene che si diventa volontari una volta e si è volontari tutta la vita. Anna lo fa perché sapere di poter essere di aiuto dà un senso ulteriore al proprio essere. Salvino, volontario ANPAS dal 2003, lo fa perché crede nel lavoro di squadra e nell’energia del volontariato.

Salvino con altri volontari

Salvino con altri volontari

Federica ha cominciato a 16 anni, oggi è la presidente della sua Pubblica Assistenza e fa volontariato perché è una parte importante della sua vita.

Federica

Federica

Massimo è un volontario della Misericordia di Poggibonsi dal 1989, il suo impegno è cresciuto nel tempo e oggi continua per l’impagabile soddisfazione di uno sguardo che ringrazia per l’aiuto ricevuto. A Marco l’impegno in Pubblica Assistenza ha dato molto di più di quanto lui abbia dato e qui ha trovato moglie e due figli che con lui si impegnano in associazione perché il volontariato è una grande palestra che ti forgia l’animo. Susy ha cominciato con qualche insicurezza e un pò di timore ormai ventidue anni fa, oggi prova a dare sollievo e sicurezza agli altri. Paolo è volontario dal 1982, in associazione fa di tutto un pò, perché lo gratifica e perché ormai da molto tempo per lui la Pubblica Assistenza è “casa” ed i volontari una gran bella “famiglia”. Chiara ha cominciato nei primi mesi di pandemia e oggi lo fa perché ogni volta che si pone un limite trova persone che la spronano a superarlo e farlo diventare un suo punto di forza. Daniela è una casalinga, ha cominciato nel 2017 per amicizia, oggi si sente al settimo cielo quando può aiutare qualcuno e lo fa insieme a Giulia e Valentina, le sue figlie, anch’esse volontarie in Pubblica Assistenza perché aiutare gli altri fa bene al cuore e ti rende migliore.

Elvio ha cominciato per dovere morale e, essendo attualmente pensionato, l’impegno in associazione lo fa sentire attivo. Gianni fa volontariato perché per tutti in caso di bisogno ci possa essere una mano tesa ad aiutare.

Per noi, Sonia e Emilia, sei volontario quando ti fai dono, diventi mani, occhi, sorriso. Ecco perché dovresti farlo. Enza da per certo che anche tu puoi fare la tua parte. Moreno è convinto che essere utile agli altri aiuta te stesso.

Moreno

Moreno

Julia sostiene che se non lo provi non lo saprai mai. Stefania crede che lo scautismo ti aiuti a diventare uomo e donna di carattere. Chiara ti invita a scegliere di diventare volontario perché quando si tende una mano per far rialzare qualcuno un pò ci rialziamo anche noi. Cristina sa bene che la vita in associazione ti regala esperienze ed amicizie che non hanno prezzo. Luca ci ha detto che si dovrebbe fare per sentirsi parte di un gruppo. Per Cinzia il volontariato ANPAS è una forma di amore che dovremmo provare tutti. Giulia, volontaria soccorritrice e operatore cinofilo, crede che il volontariato sia un’esperienza che ti cambia la vita e come Serena pensa che può regalarti una fantastica famiglia. Guido ci ha raccontato che essere di aiuto per una persona in difficoltà ti completa la giornata e, come ci hanno scritto tanti altri volontari, i soccorritori sono tra le più importanti ancore di salvezza perché ci sono sempre e con qualità. Federico aveva cominciato perché gli serviva un attestato di primo soccorso per lavoro, ora non passa un sabato sera in cui non è di turno in ambulanza perché esserci può fare la differenza. Giulio, sin da piccolissimo è cresciuto in Pubblica Assistenza e ci ha detto che fare volontariato fa bene al cuore. Per Riccardo ognuno dovrebbe provare per dare un contributo nobile e fattivo alla crescita della propria comunità. Michele è con lui soccorritore in Misericordia a Montalcino e entrambi ci dicono che dovresti provare perché dedicare il proprio tempo agli altri in associazioni di volontariato è importante, valorizza la nostra storia e scrive il nostro futuro. Anna Maria e Mauro ti invitano a farlo perché ci sono sempre più persone che hanno bisogno di te. Eva sta vivendo l’esperienza del Servizio Civile Universale e continuerà a fare la volontaria perché in un’associazione di volontariato si agisce e si cresce insieme agli altri. 

Insieme, per noi, è la parola chiave. Non importa chi sceglierai di essere e dove. Ogni associazione ha un cuore grande pronto ad accoglierti. Tu provaci. Noi, Sonia e Emilia, che ci siamo lanciate ad occhi chiusi in questo “esperimento sociale” a millemila mani, ci auguriamo che tu scelga di impegnarti con passione perché trovi la forza per dare tutto te stesso, perché tu possa lasciare orme sulla strada e chiamare “casa” ogni posto in cui lascerai un pezzo del tuo cuore.

Ecco, per adesso forse è tutto. Ma nel tempo speriamo di aggiungere tanto altro a questo racconto.

Sonia Vannoni e Emilia Di Gregorio

Bambini e pericoli della rete web

Reati in rete: oggi il dibattito

Questo pomeriggio un importante appuntamento per approfondire un un argomento molto delicato ed estremamente attiuale: i reati in rete. Organizzato dal comitato cittadino “Una mano per Siena Protagonista”, con il patrocinio del comune, l’evento è in programma alle ore 17.30 presso la Sala dei Conti in via Del Casato di Sotto n. 23.

Ed ecco il programma

Dopo i saluti del vicesindaco di Siena, Andrea Corsi, Il prefetto Massimo Bontempi, che è presidente del comitato, parlerà delle problematiche legate alle fakenews. La psicologa Claudia Martorano (Istituto di Terapia Familiare di Siena) si soffermera’ sul fenomeno del bullismo. L’ispettore di polizia Michele Mencarelli (Sezione Polizia Postale di Siena) relazionerà su “truffe on line”. Moderazione del dibattito affidata a Mauro Marruganti, segretario FSP Polizia di Stato.

Ingresso libero per un evento da non mancare.

 

 

A Monteroni d’Arbia una manifestazione a sostegno del popolo iraniano

Associazione White, Filarmonica G. Puccini, Gruppo di Lettura “Letteralmente Appassionati”, Fattoria didattica La Rugiada e Pubblica Assistenza Val d’Arbia in piazza per la libertà in Iran

Lo scorso 13 settembre Mahsa Amini, una giovane donna di 22 anni è stata fermata da un posto di blocco per aver indossato lo hijab in maniera giudicata scorretta. Morirà tre giorni dopo a causa delle percosse subite. Questo per una ciocca di capelli che usciva dal suo velo.

Da quel giorno – spiegano i referenti dell’Associazione White – le donne iraniane hanno iniziato a scendere in strada, togliendosi pubblicamente il velo. Lo hanno calpestato e bruciato. Hanno iniziato a tagliarsi i capelli, si sono rifiutate di cantare l’inno e la loro protesta si è fatta eco anche grazie ai ragazzi iraniani che in tutto il mondo stanno manifestando per il loro paese e la loro libertà, un valore imprescindibile. Per questo abbiamo scelto di dare loro voce con una iniziativa in programma sul nostro territorio.

Noi – raccontano le donne del Gruppo di Lettura Letteralmente Appassionatinon abbiamo potuto chiudere gli occhi di fronte a questa ennesima repressione, tanto più crudele in quanto colpisce le donne nel loro diritto fondamentale: quello dell’autodeterminazione. Siamo quindi accanto alle nostre sorelle che in Iran rischiano la vita per potersi anche solo vestire, pettinare e truccare come vogliono e vorremmo che a loro giungesse la nostra voce che le sostiene e le appoggia.

Saremo in piazza – spiegano dalla Pubblica Assistenza Val d’Arbiaperché l’esempio delle donne iraniane non può cadere nel nostro disinteresse. Ogni giorno siamo grati ad ogni donna che fa parte del nostro movimento e che lo rende migliore e, oggi più che mai, siamo grati alle donne che, senza se e senza ma, difendono la libertà e la pace. Ci uniamo alle associazioni del nostro territorio, perché crediamo nella sinergia degli sguardi di uomini e donne che lavorano per fare rete e per ingentilire i cuori.

L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Monteroni d’Arbia, si svolgerà in piazza della Resistenza a partire dalle ore 16.30 e sarà scandita dagli interventi delle associazioni aderenti, dalle letture e dalle incursioni musicali, oltre che da un flash mob curato dalle volontarie e dai volontari presenti.

Emilia Di Gregorio

Caro bollette: giusto il tavolo di crisi. Superare l’emergenza coprogettando e facendo rete

Si è costituito ieri il tavolo di lavoro convocato dal Comune di Siena per affrontare l’emergenza del caro bollette secondo una doppia logica: da un lato la solidarietà sociale, dall’altro gli stimoli allo sviluppo economico. Coordinamento del sindaco. L’assessore Francesca Appolloni guiderà l’unità operativa emergenziale. 

È un momento delicato. Per tutti. Ed è giusto chiedere l’aiuto di tutti per venire fuori “dal buio”. Il contributo, anche di idee, può fare la differenza. In questa logica, condividiamo la decisione del comune di Siena e siamo sicuri che tutto il mondo del sociale di questa città,  come sempre e più di sempre, saprà fare la  propria parte nel cercare di sostenere chi è più fragile.

Riportiamo, di seguito, il comunicato stampa del comune:

Tutela dei più fragili e supporto all’economia non sono obiettivi alternativi ma complementari – è il commento del sindaco Luigi De Mossi – Perché al di là del sostegno nell’emergenza alle famiglie in difficoltà, abbiamo il dovere di attivare tutti gli strumenti per favorire la ripartenza economica e di impresa, unica condizione che può assicurare benessere e solidità sociale. Per questo abbiamo chiesto la partecipazione delle forze attive della città. Non solo per avere utili stimoli, suggerimenti e indicazioni sulle necessità sociali ed economiche e sui modi più produttivi per impiegare le risorse che il Comune ha già stanziato, e che poi tradurremo in linee di indirizzo e bandi con gli uffici e con il Consiglio Comunale. Ma anche e soprattutto per dar vita a un fondo di emergenza, con un conto dedicato, che deve portare più risorse rispetto a quel milione e 350 mila euro già messo a disposizione dall’Amministrazione. Uno sforzo notevole per un Comune come il nostro ma che non può bastare. Alla città chiediamo contributi economici ma anche di idee, progetti, lavoro per consentire alla comunità di affrontare in sicurezza il prossimo inverno e per guardare con fiducia al futuro”.

Il tavolo di lavoro si è costituito ieri con gli esperti indicati dalle associazioni di categoria attraverso la Camera di Commercio, le sigle sindacali, gli ordini professionali, le Contrade e il mondo del sociale, del volontariato e dello sport. Insieme al primo cittadino l’assessore Francesca Appolloni, che guiderà l’unità operativa emergenziale del tavolo di crisi attraverso un ufficio comunale dedicato, e l’assessore Paolo Benini che coordinerà il lavoro tra amministrazione e stakeholder interessati.

Nel corso della riunione di ieri sono quindi emersi i nominativi degli esperti indicati dai diversi stakeholder: Francesco Cillerai, Magistrato delle Contrade, Lorenzo Sampieri, presidente Ordine dei Commercialisti, Ennio Ruggeri, Associazione Centro Storico Siena, Franco Vaselli ed Emiliano Mangone, Api Siena, Mariangela Galgani, Cna Siena, Mario Del Secco, Camera di Commercio, Daniela Spiganti, Cgil Siena, Guido Petreni, Cisl Siena, Giacomo Paoli, Pubblica Assistenza, Mauro Borghi, Consulta volontariato, Rita Sacino Picchianti, Associazione Famiglie Numerose.

Nomi cui si uniscono gli esperti nominati dal Comune: il presidente di Sigerico Massimo Castagnini, il manager sportivo Guglielmo Ascheri, il notaio Alfredo Mandarini, l’imprenditore Andrea Bellandi e l’imprenditore Massimo Parri.

Numerosi gli interventi e gli spunti che hanno sottolineato il carattere emergenziale dell’intervento sinergico da mettere in campo a sostegno della comunità senese.

Aiutare le famiglie significa aiutare le imprese e le aziende all’interno delle quali le persone lavorano – ha spiegato Mario Del Secco, Camera di Commercio – per questo tra i primi interventi necessari sarebbe utile fare un ragionamento sulla Tari, tassa che mette molto in sofferenza le imprese”.

Stabilire le somme da distribuire e come dividerle è certamente il primo obiettivo da porsi – Lorenzo Sampieri, Ordine Commercialisti – da valutare come misura di sostegno i finanziamenti del Microcredito che potrebbero aiutare a pagare le bollette a pubblici e privati”.

Tra gli argomenti più caldi affrontati, in parallelo all’emergenza bollette, i mancati pagamenti degli affitti su cui molte sigle sindacali sono intervenute anche a livello nazionale.

Dovendo scegliere tra energia e affitto una famiglia è costretta a scegliere la prima – spiega Guido Petreni, Cisl Siena – il caro energia sta creando un surplus di difficoltà l’emergenza abitativa rischia di rappresentare un fenomeno sempre più avanzato anche a Siena”.

Oltre ad individuare le risorse necessario serve capire, è emerso dai lavori, i destinatari più colpiti dall’emergenza.

Pensionati, lavoratori precari, disabili, sono le prime categorie ad essere colpite – aggiunge Daniela Spiganti, Cgil Siena – è necessario partire da loro e capire bene quali siano le situazioni più in sofferenza agendo con strumenti ad hoc”.

Le Contrade sono ovviamente a disposizione della città – spiega Francesco Cillerai, Magistrato delle Contrade – quello che possiamo fare come azione concreta è individuare le famiglie maggiormente in difficoltà cercando di fare un’esatta fotografia della realtà e intervenendo in tempi rapidi”.

Partire da un quoziente Siena, da qualcosa di più strutturale che interagisca con la realtà delle famiglie senesi – propone Rita Sacino Picchianti, associazione famiglie numerose – questo ci permetterebbe di capire dove applicare gli “sconti” che maggiormente caricano un bilancio familiare, anche tramite strumenti che nel sociale già vengono utilizzati, mi riferisco ad esempio ai bonus”.

Dopo la sua costituzione, il tavolo degli esperti si riunirà con cadenza settimanale, formulando suggerimenti e raccomandazioni che verranno quindi tradotti dagli uffici comunali.

 

Accoglenza pakistani “la rete vince”. Parola del cardinale Lojudice

Foto archivio di Antonello Serino

Foto archivio di Antonello Serino

Ha assolutamente ragione  il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino – “fare rete significa risolvere i problemi. Da soli non si va nessuna parte”
Ha preso il via ieri sera l’accoglienza degli immigrati di nazionalità pakistana presso la sede della Caritas in Via Mascagni, 40 a Siena. L’iniziativa si è resa possibile grazie al protocollo d’intesa siglato dall’Arcidiocesi di Siena – Colle di Val D’Elsa – Montalcino, il Comune di Siena, la Società della Salute Senese e l’Arciconfraternita di Misericordia di Siena. La durata del protocollo è fissata – ad experimentum – fino al 31 ottobre 2022.

Fare rete a Siena, soprattutto nel sociale, fa vincere le sfide: anche le più difficili. Parola del Cardinale Lojudice.   Dalle ore 20 della sera alle ore 8 del mattino sono circa 20 i posti letto messi a disposizione per consentire lo stazionamento notturno dei cittadini migranti o richiedenti asilo che sino ad ora, soprattutto nelle ore notturne, si sono arrangiati in alcune zone della città. Agli ospiti è stato consegnato anche kit igienico sanitario con lenzuola usa e getta e biancheria. E’ garantita anche la presenza di medici volontari, disponibili per uno screening sanitario all’ingresso della struttura.

La ricerca di una soluzione più strutturata si era resa necessaria per il registrarsi, nei mesi scorsi, di un costante afflusso in città di migranti, in particolare pakistani, che giungono a Siena per ottenere i documenti necessari dai locali uffici della Questura. E che usualmente permanevano in città in condizioni precarie, all’addiaccio, solo per pochi giorni, il tempo necessario per il disbrigo delle pratiche legate all’asilo.

Questo protocollospiega il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino – dimostra che fare rete significa risolvere i problemi. Da soli non si va nessuna parte e per questo credo che l’accordo siglato con il Comune, L’Arciconfraternita di Misericordia e la società della salute senesi sia un modello replicabile anche per eventuali e nuove emergenze sociali”.

“Siena – commenta il sindaco Luigi De Mossi – è una città accogliente e solidale. Ma è anche una città ordinata e attenta alle ragioni del decoro urbano e più in generale della tranquillità, fattori che contribuiscono a farne uno dei territori in Italia con la più alta qualità della vita. La situazione precedente non era accettabile per la città e non era decorosa per i migranti. Con molta buona volontà e grazie a un proficuo e collaborativo dialogo, Comune, Diocesi e soggetti del terzo settore hanno trovato una soluzione che rappresenta un netto e concreto miglioramento per tutti. Senza tante parole, ma con i fatti”.

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