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Nina e Alfiero magiche storie di vita

Grande affluenza di pubblico, venerdì 3 marzo, presso la sede della Pubblica Assistenza di Siena, in cui si è svolto l’incontro per la presentazione del libro “Al volo” scritto da Alfiero Chiavistrelli, ex tassista romano ed ex volontario della Confraternita di Misericordia di Castelnuovo Berardenga, in compagnia di Nina, la nostra amica e volontaria di QuaViO odv (Qualità della Vita in Oncologia) che l’ha supportato in questo meraviglioso ed appagante progetto! Nina (Martina Frullanti), presente all’incontro, ci racconta sia dell’emozione e dello stupore di Alfiero e sia del totale coinvolgimento dei partecipanti, rimasti incantati di fronte ai racconti e alla vitalità dell’autore. Organizzazione evento a cura di Grazia Ragazzoni del “Tavolo anziani” di Si-Sienasociale la coprogettazione che tanto vale”.

Alfiero e Nina presentano “Al volo” presso la sede della Pubblica Assistenza di Siena

Storie semplici di vita passata, la maggior parte di questa trascorsa a bordo del suo taxi per le vie di Roma, in cui Alfiero racconta di aver vissuto tutti i cambiamenti epocali dall’inizio del suo lavoro – 1 novembre 1954 – fino alla pensione e di aver avuto il piacere di incontrare persone famose dello spettacolo che quotidianamente accompagnava in giro per la capitale e con cui scambiava confidenze e aneddoti curiosi, appuntati meticolosamente su un’agendina. Quando nel giugno 2022 conosce Nina al mercato di Castelnuovo Berardenga, Alfiero le confida la volontà di pubblicare queste storie a lui tanto care, e la nostra amica non se lo fa ripetere due volte! Lei, che aveva auto-pubblicato il suo libro “Do you speak Amore” nel 2018, sa bene come fare e a chi chiedere una mano… ecco che coinvolge amici come Alessandro Valdrighi che ha fatto dono della copertina ed Emanuela Vezzoli che ne ha curato la revisione. Il resto è storia…

Le dediche di Alfiero!

Ma questo non è l’unico gesto d’amore che Nina ha compiuto gratuitamente, perché nonostante la sua giovane età (44 anni) ha già all’attivo anni di volontariato presso la QuaViO di Siena (Qualità della Vita in Oncologia) e studi approfonditi sul fine vita conseguiti presso l’Università degli Studi di Padova. Tutto nasce nel 2013 quando, a seguito della scomparsa della sua unica ed amatissima zia, si trova a vivere la morte in prima persona e ad affrontare il lutto.

Il dolore è talmente forte che Nina lascia il suo lavoro di Hotel Manager di una struttura prestigiosa di Pienza e parte per un viaggio in Africa per ricominciare la sua vita. Aveva bisogno di ritrovarsi…

Dopo qualche mese trascorso nel continente, comincia a scrivere una lista di 500 parole positive, che le aprono il cuore verso la scrittura e la consapevolezza che questa potrà esserle amica e guaritrice.

Torna in Toscana con questo quaderno di viaggio, si iscrive alla Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari e dà vita a “Do you speak Amore” un’autobiografia “che si legge da tutte e due le parti, come uno sguardo alla vita che inizia da capo anche laddove ci si aspetterebbe la conclusione” dice Nina. È la sua storia autobiografica, quella di una giovane e romantica donna che trova il significato della vita nell’Amore, con l’invito a prendersi cura di sé.

“Do you speak Amore” – libro di Martina Frullanti

Un invito che lei rivolge ed augura a tutti, perché la vita è realmente una cosa meravigliosa! E a proposito di auguri, anche stamattina, parlando con lei al telefono, non vedeva l’ora di sentire il suo caro amico e compagno di viaggio Alfiero perché, proprio oggi, il nostro “tassinaro” compie 92 anni.  A lui giungono i nostri personalissimi auguri, con la speranza di leggere presto un altro intenso racconto, magari scritto a due mani con Nina!

Stefania Ingino

 

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Alfiero 92 anni: tassista, volontario e scrittore “Al volo”

“Giornata del malato”: ma la malattia è davvero una lotta?

Oggi si celebra la Giornata mondiale del malato. E’ una ricorrenza della chiesa cattolica  in cui vengono diffusi ancora di più messaggi di speranza e amore nei confronti di tutte le persone che stanno vivendo un momento delicato e non sono in salute. Ma la malattia è davvero una lotta? E’ una domanda che abbiamo posto a QuaViO odv associazione senese che, da più di 30 anni, si occupa di cure palliative e, dunque, di qualità della vita fino all’ultimo istante. Ecco come ci hanno risposto Rosangela Palmas volontaria di QuaViO odv e coordinatrice del gruppo AMA (Auto Mutuo Aiuto) e Vanna Galli presidente di QuaViO odv

Sono stata sollecitata a scrivere due righe per la giornata mondiale contro il cancro e ho scritto sul disvalore, a mio giudizio, di considerare la malattia come una guerra da combattere e da vincere.

Troppo spesso quando si narrano esperienze di malattie gravi si avvicina il termine guerra al tentativo della persona di reagire e “combattere” la malattia. Il malato diventa un guerriero e viene incitato a esprimere le sue migliori “forze” per reagire.

Certo, la predisposizione della persona è essenziale e può fare la differenza, ma talvolta la malattia va avanti comunque fine al suo più estremo epilogo. E quindi questi guerrieri hanno perso o non hanno saputo lottare? I loro cari non sono stati in grado di aiutarli e dar loro la giusta motivazione?

Il concetto di lotta è figlio del nostro tempo, che esalta il benessere e relega la sofferenza e la malattia a qualcosa da “risolvere” in breve e possibilmente senza troppo disturbo per gli altri. Ovviamente con il lieto fine. Per cui devi combattere e vincere. Punto.

Il malato di cancro, soprattutto quando la malattia viene diagnosticata in stadio avanzato, è debole, lo assale una grande stanchezza e sente un’enorme fatica. Il suo desiderio spesso è quello di riposare, perché deve affrontare il dolore fisico e morale, la paura sua e quella dei suoi cari. Se c’è amore intorno a lui, spesso diventa quasi una gara a farsi coraggio a vicenda, nascondendo il proprio terrore e ispirando lui speranza ai suoi cari. Poi ci sono le terapie che debilitano talvolta in modo molto grave, togliendo ogni energia e straziando il corpo e l’anima.

Di fronte a tutto questo, il malato deve sentirsi stimolato a lottare? Mai a mio giudizio termine fu meno appropriato. La malattia per me non è una battaglia da vincere senza prigionieri e il malato ha il diritto di non essere forte, di avere paura, di chiedere un disperato aiuto, di sentire anche di non farcela. La lotta presuppone che il malato “debba” farcela, comunque lui senta e comunque si senta. E invece quello è il momento in cui ha più diritto di sentire anche di volersi arrendere, di aver bisogno di urlare la sua fragilità.

E’ il momento in cui a lottare dovrebbero essere altri per lui, senza aggiungere al dolore e alla paura anche il senso di colpa e di inadeguatezza. Il decorso della malattia appartiene alla scienza, ma diventa poi misterioso il suo procedere. Situazioni analoghe hanno epiloghi totalmente diversi. Non si può generalizzare e pensare che basti “lottare” per farcela. E quando la via è segnata, meno che mai si può chiedere al malato di “lottare”, di trovare dentro di sé forze che non ha più, facendogli sentire colpe che non ha. Piuttosto, è il momento della dolcezza, della comprensione, della compagnia, dell’ascolto. Non deve più sentirsi coraggioso e forte, ma amato. Accompagnato con comprensione e rispetto.

Questo è a mio giudizio il grande valore delle cure palliative, per una malattia e un fine vita dignitosi, consapevoli, in un percorso che lascia umanità fino all’ultimo istante.

Rosangela Palmas volontaria di QuaViO odv e coordinatrice del gruppo AMA (Auto Mutuo Aiuto)

Il tema centrale del vivere la malattia è qualcosa su cui bisognerebbe continuare a riflettere perché in questo punto, nella lotta che è guerra e perciò distruttiva e non vita, sì debole, ma costruttiva, sta la grande differenza del significato che diamo alla vita.

Ha ragione la cara Rosangela che  ha affrontato con le giuste parole un concetto difficile. Confesso che, soprattutto nei primi anni di vicinanza al malato, riuscivo a vedere emergere nei suoi giorni solo la lotta, ed era agonia. Solo in seguito ho potuto distinguere una sorta di vita lottata, ma vita, vissuta comunque essenzialmente al livello fisico. Se non si riesce a fare un salto uscendo dai confini della nostra fisiologia, per aprirci a nuove esperienze di apprendimenti, di incontri con noi stessi e con gli altri, di gioia, di affetti, di mente, di anima e di spirito, se cadiamo preda della paura soltanto e della lotta di una parte del nostro corpo contro un’altra parte di esso stesso, la vita che resta diventa agonia.

Parola questa che tutti temiamo, quando vediamo una persona che lotta contro il suo male, contro il suo corpo, contro una parte di sé, che diventa il tutto di sé, e soffoca tutte le altre potenzialità creative.
La vita è vita sempre e va vissuta con apertura delle mente e del cuore.

Vanna Galli, Presidente di QuaViO odv (Qualità della Vita in Oncologia)

Per saperne di più

www.quavio.org

Servizio civile con QuaViO: puoi far domanda

Servizio civile: formazione e indipendenza economica

Servizio Civile Universale: 5 buoni motivi per partecipare al bando. Per Siena e provincia tante opportunità con, ad esempio, Misericordia, Pubblica Assistenza e QuaViO odv. Il bando ordinario è stato pubblicato lo scorso dicembre: i giovani tra 18 e 28 anni possono iscriversi fino alle ore 14.00 del 10 febbraio

Il Servizio Civile Universale è un’importante opportunità di formazione e di crescita per i giovani. Questo, forse, lo avrete già sentito dire. Come avrete letto, qua e là, la presentazione dei molteplici progetti attivi sul territorio senese.
La redazione di Sienasociale.it ha individuato 5 buoni motivi per i quali i giovani dovrebbero partecipare al bando e non perdere questa esperienza.

Pronti a saperne di più?

Il Servizio Civile Universale…

1. È una straordinaria palestra di cittadinanza attiva e partecipazione alla vita della propria comunità: si può fare la differenza unendosi a progetti volti alla prospettiva di migliorare e integrare i servizi sul territorio in un percorso di crescita personale e professionale;
2. Vuol dire conoscere nuove realtà, ampliando le proprie competenze all’interno dell’ambito scelto attraverso le più disparate aree di intervento: dall’assistenza alla protezione civile, dall’educazione e promozione culturale alla salvaguardia del patrimonio ambientale e storico-artistico, dalla sostenibilità alla promozione della pace, dei diritti umani e della nonviolenza;
3. È mettersi in gioco con un’esperienza gratificante che può essere anche un primo piccolo passo per non dipendere economicamente dalla propria famiglia: per gli operatori volontari è previsto, infatti, un compenso di € 444, 30 a titolo di rimborso corrisposto dal Dipartimento delle Politiche Giovanili;
4. È un impegno “con” e “per” gli altri, un’occasione in cui si può crescere lavorando in squadra, confrontandosi con chi ha più esperienza e imparando il valore della condivisione;
5. È poter dire “faccio la mia parte”.

E tu cosa aspetti? Scopri i progetti attivi a Siena e in provincia consultando il bando sul sito www.politichegiovanili.gov.it.
Per accedere all’elenco dei progetti di Servizio Civile Universale occorre utilizzare il motore di ricerca “Scegli il tuo progetto in Italia” disponibile nella sezione “Progetti” del sito. Cliccando il tasto “Cerca” si ottiene l’elenco completo di tutti i progetti, mentre per effettuare una ricerca mirata di un progetto è possibile selezionare i valori delle voci che interessano relativamente ai filtri territoriali e agli ambiti di interesse.

Emilia Di Gregorio

Wine&Siena 2023 aderisce all’invito di QuaViO con la Bottiglia della solidarietà

Vino e solidarietà: idea di Wine&Siena 2023 e QuaViO

L’obiettivo è quello di raccogliere prodotti di eccellenza da destinare ad iniziative di raccolta di fondi utili a finanziare un nuovo progetto di sostegno psicologico

Wine&Siena è solidarietà. La manifestazione aderisce all’invito di QuaViO odv, organizzazione di volontariato impegnata a Siena e provincia nelle cure palliative a malati oncologici, che chiede ai produttori presenti di donare una loro bottiglia. L’obiettivo è quello di raccogliere prodotti di eccellenza da destinare ad iniziative di raccolta di fondi utili a finanziare un nuovo progetto di sostegno psicologico.

Una “Bottiglia per la solidarietà” è una di scelta di aiuto reciproco che vedrà anche una consegna finale alla conclusione della manifestazione, lunedì 30 gennaio, nella Sala Sant’Ansano, a termine della conferenza stampa di chiusura. Questa l’iniziativa a cui partecipa il viaggio nell’eccellenza Wine&Siena I capolavori del Gusto. Siena si conferma la location per il primo grande evento dell’anno nel vino in Italia grazie alla manifestazione che torna nella città dal 27 al 30 gennaio 2023, come da tradizione, per iniziare l’anno enoico e dare il via ad un intero anno di appuntamenti siglati The WineHunter. Circa 600 le etichette da degustare da tutta Italia e non solo. E poi ci saranno 60 prodotti circa tra cioccolati, formaggi, olio, carni e salumi, birra, salumi, pasta, riso, cereali, grappe e liquori, birra da tutto il paese.

QuaViO (Qualità della Vita in Oncologia) è un’associazione di volontariato che, nella città del Palio e nella sua provincia, si occupa di cure palliative e, dunque, di tutela della vita fino all’ultimo istante. Da oltre 30 anni in modo del tutto gratuito ha assistito pazienti oncologici. Solo nel 2022, più di 200 persone hanno beneficiato dei servizi di assistenza psicologica, sanitaria e sociale. Una bottiglia di vino può aiutare a sostenere questa causa. In particolare, quanto sarà raccolto sarà utilizzato per finanziare una progetto in corso con il quale una psico-oncologa sarà presente per 12 ore settimanali presso un ambulatorio dell’ospedale di Siena. Il che significherà essere riusciti ad affiancare all’assistenza psicologica ai malati a domicilio, che già viene fornita, quella in ospedale. La chiusura di un cerchio virtuoso in cui il paziente non è mai “solo”.

Wine&Siena 2023

L’8^ edizione di Wine&Siena si terrà di nuovo nelle prestigiose sale del Santa Maria della Scala. L’evento, voluto dal Patron di Merano WineFestival Helmuth Köcher e dal presidente di Confcommercio Siena Stefano Bernardini, immerge produttori e visitatori a Siena dove il patrimonio culturale sposa le migliori produzioni enologiche e gastronomiche premiate da The WineHunter Award. Preziose le collaborazioni con Camera di Commercio di Arezzo Siena, il Comune di Siena, Banca Monte dei Paschi di Siena. L’evento ha anche il patrocinio della Regione Toscana. Un percorso tra location uniche come il Palazzo Comunale, il Grand Hotel Continental Siena – Starhotels Collezione e il Santa Maria della Scala. Si inizia venerdì 27 gennaio 2023, taglio del nastro alle 18 a Palazzo Comunale. E poi alle 20 torna la Small Plates Dinner al Santa Maria Della Scala – Palazzo Squarcialupi. Con i percorsi sensoriali si parte alle 11 di sabato 28 gennaio al Santa Maria della Scala dove si andrà avanti fino alle 18 con la degustazione di prodotti enogastronomici degli espositori Wine, Food & Spirits, Extrawine, i Consorzi. Anche domenica 29 gennaio, stand aperti dalle 11 fino alle 18. Infine, con Wine&Siena 2023 torna la giornata di lunedì 30 gennaio dedicata agli operatori del settore e alla stampa, occasione unica per degustare e scoprire nuovi prodotti e conoscere le aziende produttrici. Protagonisti del programma, Masterclass, incontri dedicati al mondo del vino e dell’agricoltura, presentazioni, visite nei palazzi di Siena.

Immagine tratta da

www.wineandsiena.com

Servizio civile con QuaViO: puoi far domanda

Servizio civile in QuaViO: 444,30 euro e possibilità di lavoro agile

QuaViO Odv seleziona 2 volontari di età compresa tra i 18 e 28 anni di cittadinanza italiana o di uno stato membro dell’Unione Europea o extra comunitari in regola con il permesso di soggiorno. Il progetto si chiama “Una rete per il malato oncologico – Assistenza domiciliare, hospice e cure palliative 2023″    (vedi: https://www.favo.it/servizio-civile/rete-malato-oncologico#domiciliare)

QuaViO è una realtà che, da oltre 30 anni a Siena e provincia, si occupa di cure palliative: dunque di tutela della vita fino all’ultimo istante Chi sceglie QuaViO opta per un’associazione che lavora con serietà, ogni giorno, per la medicina che non guarisce ma, certamente, cura.

La scadenza presentazione delle domande ore 14:00 del 10 febbraio 2023.

www.politichegiovanili.gov.it e  www.scelgoilserviziocivile.gov.it   per accedere alla guida per la compilazione della domanda, da presentare on line su https://domandaonline.serviziocivile.it .

Per maggiori informazioni  al 347 5412105  oppure presso la sede QuaViO  viale Don Minzoni, 43 dal lunedì al venerdì 9:30 – 12:30 /14:30 – 16:30.

l volontari saranno integrati nei servizi che l’associazione mette a disposizione dell’utenza. In particolare un volontario dovrà collaborare per la gestione dei servizi della segreteria; l’altro volontario avrà cura di monitorare tutti i progetti dell’associazione (formativi, raccolta
fondi, promozionali, convegni, manifestazioni, stand informativi, posizionamento e ritiro
salvadanai ecc.) Entrambi potranno partecipare ai corsi di formazione, condivisioni e supervisioni di gruppo, come percorso di crescita personale.

I volontari dovranno svolgere la loro attività per la durata di 25 ore settimanali (dal lunedì al venerdì) con orari variabili e con possibilità di lavoro agile per esigenze dell’associazione.

 

QuaViO 225 pazienti curati: “dare vita ai giorni”

C’è qualcuno che a Siena non si ferma: nemmeno a Natale. QuaViO odv ha reso pubblico il dato relativo al 2022:  225 pazienti curati gratuitamente. Sullo sfondo il lavoro di professionisti e volontari che credono nelle cure palliative e, dunque, nella qualità della vita fino all’ultimo istante. QuaViO odv opera in regime di convenzione con Usl Toscana Sud Est

Come in ogni luogo del mondo. Anche quest’anno, QuaViO invita a donare un po’ del proprio tempo ai malati inguaribili, perché la presenza costante, gratuita, attenta, non cambia il mondo e non risolve i problemi, ma fa arrivare aiuto e speranza a chi ne ha davvero bisogno. Contiamo su di te!” si legge nella newsletter che è giunta dalla organizzazione di volontariato che, a Siena e provincia, si occupa di cure palliative dunque di medicina che non guarisce ma cura.

La comunicazione prosegue: “nel 2022 abbiamo dato assistenza gratuita ad oltre 225 malati. Non potendo dare giorni alla vita , abbiamo scelto di dare vita ai giorni”.

Un notiziario già pubblicato sul sito quavio.org, l’iniziativa del “pallialbero” in collaborazione con “Gli amici dell’hospice di Siena” e Sezione Soci Coop di Siena, i cestini natalizi fortemente sostenuti dall’azienda “Gustogaudio” di San Pietro in Barca (Castelnuovo Berardenga) e alla quale hanno aderito in modo importante l’Istituto di vigilanza e sicurezza V.O.L.P.E. e il Circolo ARCI XXV Aprile di Siena, sono solo alcune delle iniziative che i volontari hanno realizzato per sostenere questa importante realtà che trova nelle donazioni linfa vitale per continuare il proprio cammino accanto a chi è più fragile: donne e uomini che sono nell’ultimo ma significativo tratto della propria vita.

“Ho perso Luigi. Ora sostengo chi è nella notte del lutto” la storia di Rosangela

Pubblichiamo molto volentieri una storia di speranza. Quella di Rosangela Palmas che ringraziamo. Ecco le sue parole

L’8 agosto 2018, dopo aver tribolato a lungo per vendere la nostra casa nella campagna senese e acquistarne una a Siena, finalmente io e Luigi, mio marito, ci siamo trasferiti. Il giorno dopo il trasloco, seduti nella terrazza della nuova casa, ci sentivamo stanchi ma felici. Iniziava una nuova avventura. Ma il destino, si sa, ha i suoi percorsi e ci aspettava al varco. Poco prima di ferragosto Luigi accusa un dolore forte, che ci costringe al Pronto Soccorso. Da lì inizia la curva discendente che in soli due mesi lo porterà via. 

Grazie al sostegno di QuaViO (Qualità della Vita in Oncologia), può trascorrere gli ultimi venti giorni a casa, nella nostra camera, con me vicino ogni notte e con familiari e amici accanto. In camera sempre musica classica, la sua preferita. Era cosciente a fasi alterne, ma sono convinta che abbia sentito l’amore intorno a lui. Pur nella disperazione di quei giorni e il senso d’impotenza che ti assale, anche io ho vissuto un amore travolgente tra noi, quello che ti rimane dentro per sempre.

Poi lui è passato oltre e io ho incontrato un dolore che non credevo possibile e che per mesi mi ha levato ogni desiderio di vita. Continuavo a lavorare e a portare avanti le mie cose, ma dentro mi sentivo come morta.

A un certo punto del mio viaggio di dolore per un caso – che non è mai un caso – ho incontrato un gruppo di Auto mutuo Aiuto per l’elaborazione del lutto dell’Associazione A.M.A di Milano Monza Brianza che, causa Covid, si incontrava online. Un’esperienza profonda, di autentica condivisione con chi parlava il mio stesso linguaggio perché viveva la medesima esperienza di dolore, seppur per lutti diversi. Chi era più avanti nell’elaborazione del proprio dolore rappresentava un esempio e una speranza.

A distanza ormai di anni continuo a frequentare quel gruppo e a portare ai nuovi entrati il mio contributo. Visto il grande dono che io avevo ricevuto dal Gruppo e poiché a Siena mancava un’esperienza simile, ho seguito una specifica formazione a Milano per la facilitazione di gruppi di mutuo aiuto per il lutto e il 3 dicembre 2021è partito il primo gruppo a Siena attivato da QuaViO.

Personalmente vivo quest’esperienza di facilitatrice del Gruppo come qualcosa di molto prezioso, che dà un senso e uno scopo al dolore che ho attraversato.
Ho sempre pensato, dopo i momenti iniziali di totale smarrimento, che la mia esperienza di perdita e di sofferenza dovesse servirmi e servire. Perché il dolore ti riconduce all’essenziale e a ciò che veramente conta nella vita: dare e ricevere amore. Nel gruppo diventa ” competenza”, esperienza da condividere nell’aiuto reciproco. E testimoniare, per chi ha appena iniziato il difficile percorso dell’elaborazione di un lutto, che sì, ci si può fare, che la vita nel suo immenso mistero è comunque un viaggio stupendo.

Il dolore, se non lasci che ti uccida, può davvero cambiarti e divenire molto altro e molto di più: un senso profondo del vivere e del condividere.
Io credo che un modo per sostenere chi è nella notte del lutto, dopo i tempi iniziali e sacrosanti della riservatezza e del buio, sia quello di aiutare a finalizzare quel dolore verso uno scopo e dargli valore.

Nella foto Rosangela Palmas  e Luigi

“Pallialbero di Natale” presso la Coop

La “rete della solidarietà” vince.  Protagonista questa volta un’attività di divulgazione dei temi relativi alle cure palliative. QuaViO odv, “Amici Hospice Siena” e Sezione Soci Coop di Siena hanno collocato, presso il centro commerciale  “Grondaie” di Siena (Punto vendita Strada del Paradiso),  il “pallialbero” un albero  di Natale delle cure palliative.
La Presidente di QuaViO odv, Vanna Galli, con Maria Luisa Valacchi Responsabile Sezione Soci Coop di Siena, Claudia Vanni (Hospice Siena) e alcuni soci Coop

La Presidente di QuaViO odv, Vanna Galli, con Maria Luisa Valacchi Responsabile Sezione Soci Coop di Siena, Claudia Vanni (Hospice Siena) e alcuni soci Coop        

La presenza del pallialbero servirà a sensibilizzare le tante persone che saranno presenti,  in questi giorni prenatalizi, all’interno del centro commerciale sui temi cari alle cure palliative. In particolare, l’iniziativa vuole stimolare una riflessione sull’importanza della qualità della vita fino all’ultimo istante.

QuaViO, che da oltre 30 anni si occupa a Siena di sostenere gratuitamente malati nell’ultimo ma fondamentale tratto della propria vita, ringrazia per la disponibilità Maria Luisa Valacchi Responsabile Sezione Soci Coop di Siena e, per l’entusiasmo e l’idea, Claudia Vanni (Hospice Siena).

La Presidente di QuaViO odv, Vanna Galli, con Maria Luisa Valacchi Responsabile Sezione Soci Coop di Siena, Claudia Vanni (Hospice Siena) e alcuni soci Coop     

La Presidente di QuaViO odv, Vanna Galli, con Maria Luisa Valacchi Responsabile Sezione Soci Coop di Siena, Claudia Vanni (Hospice Siena) e alcuni soci Coop

Un dettaglio del "Pallialbero di Natale"

Un dettaglio del “Pallialbero di Natale”

Peraltro, la Sezione Soci Coop sosterrà l’iniziativa di raccolta fondi che QuaViO odv ha organizzato per le prossime feste predisponendo speciali cesti di Natale.

Al Bandini QuaViO e Sienasociale.it

Mattinata di orientamento per i ragazzi di alcune classi quarte: al centro dell’attenzione il volontariato

IIS Sallustio Bandini chiama e i volontari rispondono. Due ore di confronto e scambio culturale in cui altruismo e solidarietà sono stati riferimento del dibattito.

Circa 100 ragazzi hanno potuto ascoltare la voce di Vanna Galli, presidente di QuaViO odv (Qualità della vita in oncologia) e quella di Giuseppe Saponaro direttore del nostro giornale.

A fare gli onori di casa, insieme alle professoresse Cellesi e Bartolini, gli altri insegnanti.

Una mattinata bellissima in cui abbiamo potuto raccontare la nostra realtà ad un pubblico di giovani futuro della nostra società. Il mio ringraziamento va al dirigente scolastico prof. Stefanelli” ha evidenziato Vanna Galli.

Sienasociale.it è un quotidiano che si rivolge ad un pubblico differenziato anche per età: desideriamo far comprendere che il volontariato è autentico valore aggiunto per la nostra collettività” ha precisato Giuseppe Saponaro.

Presenti, tra gli altri, 2 rappresentanti di Misericordia di Siena, Sara Vanni e Sofia Tasinato insieme a Mattia Di Maggio della Pubblica Assistenza di Siena. I 3 volontari hanno fornito una bellissima testimonianza parlando della propria esperienza personale.

L’appuntamento si è concluso con la visione di un filmato promozionale realizzato da Pubblica Assistenza Val d’Arbia

La collaborazione tra l’Istituto Bandini e Sienasociale.it non si esaurisce qui: previsti in primavera 2023 altri incontri.

Nella foto, insieme ai professori Bartolini, Lucentini, Scaccia, Martini, Pierini, Smirne e Cellesi, la Presidente di QuaViO e il direttore di Sienasociale.it Ritratti anche Sara Vanni, Sofia Tasinato, Mattia Di Maggio e alcuni studenti dell’Istituto Bandini

Sienasociale.it ringrazia per la collaborazione Filippo Franchi di Misericordia di Siena e Emanuele Mazzon di Pubblica Assistenza di Siena.

 

 

I mille volti della giornata del volontariato

Le volontarie ANPAS, Sonia ed Emilia, in missione  per conto di “Otaria la volontaria” , hanno intervistato i volontari delle più disparate associazioni di Siena e provincia. Come hanno cominciato, cosa fanno e perché ognuno di voi dovrebbe provarci?

Quando abbiamo proposto di raccontarci insieme per la giornata internazionale del volontariato, quello che state per leggere doveva essere un articolo a quattro mani, sono diventate… udite udite, millemila! Perché? Perché quelle che erano poche e semplici domande, veicolate dalla nostra Otaria la volontaria, si sono rivelate un interessante esperimento sociale. Non saremo forse brave a mettere in fila i dati, interpretarli con dovizia scientifica e incastrarli in grafici con linee e curve più o meno precise, ma abbiamo imparato che raccontarsi aiuta a conoscersi, condividere e fare rete.

Il nostro instancabile passaparola ci ha permesso idealmente di girare in lungo e in largo sul territorio della nostra provincia, tra associazioni grandi e piccine con obiettivi e finalità diversi ma sempre complementari. No, non abbiamo scovato l’identikit del volontario ideale. Il volontario non è un supereroe, non ha superpoteri e materialmente non abbiamo trovato nemmeno quella gomma magica gigante che il volontario userebbe per cancellare i momenti più bui e regalare sorrisi.

Abbiamo trovato soltanto persone che fanno dell’essere volontario il proprio stile di vita, guardando al mondo con cuore e occhi diversi, lasciandosi arricchire dai giorni che passano, dai volti che si incontrano, dalle esperienze che si vivono perché improvvisamente quando fai della tua vita un dono pensi che a viverle le vite altrui hanno tutto un altro sapore. E se fare volontariato significa moltiplicare bellezza, noi siamo pronte a raccontare tutte le storie che abbiamo incontrato perché non puoi cambiare il mondo se non ci cammini dentro, se non fai diventare parte di te ogni storia che ascolti, diventando a tua volta una storia da raccontare.

Irene una volontaria

Irene una volontaria

Essere volontari è scegliere di donare il proprio tempo ma non significa essere catapultati in una vita parallela quanto piuttosto in una vita autentica. I volontari che si sono raccontati sono genitori, figli, nonni, nipoti. Ognuno di loro porta con sé un bagaglio di vita diverso dall’altro, con il comune denominatore dato dalla somma del cuore che decide, la mente che si impegna e le mani che si aprono al mondo. C’è chi ha cominciato per curiosità, chi è stato trascinato da amici e parenti, chi lo ha sempre visto fare, chi ha sentito la necessità di fare la propria parte. Noi due, Sonia e Emilia, abbiamo cominciato… ehm, dobbiamo proprio dirlo? Un po’ per scherzo, un po’ per amore. Oggi, per entrambe, il volontariato è la “benzina” di alcuni giorni e la Pubblica Assistenza è una “questione di cuore e di congiunti”.

Rachele ha cominciato per combattere la noia, oggi continua per amore. Anna voleva imparare cosa non sbagliare in un arresto cardiaco, pensava di fare tre lezioni e via, oggi è formatrice regionale. Michela, insegnante di yoga, ha cominciato per il tirocinio di counseling in Quavio e perché da tempo sentiva il desiderio di fare qualcosa per gli altri, soprattutto nel fine vita.

Michela

Michela

Per Michele la Misericordia di Montalcino è sempre stata una seconda “casa”, dove osservava con gli occhi di un bambino il via vai di mezzi e volontari, tra i quali c’era anche Riccardo che non aveva esitato a mettersi in gioco diventando volontario quando mancavano i giovani per garantire i servizi di emergenza.

Michele

Michele

Mattia si iscrisse ad un corso per volontario soccorritore su forzatura di un amico, però qualche settimana prima aveva assistito ad un brutto incidente stradale e pensò che, se gli fosse ricapitato, avrebbe saputo come comportarsi.

Mattia

Mattia

Enza è una cuoca in pensione che ha messo il cuore nelle pentole prendendo parte per la prima volta nel 2016, in occasione del terremoto del Centro Italia, alle attività del volontariato di Protezione Civile ANPAS presso il campo base di Norcia. Stefania è un’insegnante che crede nello scautismo come strumento educativo e nel volontariato come modo per donare e trovare la felicità. Alessandra oggi è volontaria soccorritrice in emergenza, fa protezione civile ed è impegnata nei servizi sociali, ha cominciato nel 2011 perché condivide da sempre i valori della Pubblica Assistenza che le ha salvato la vita in un brutto incidente automobilistico in seguito al quale ha deciso di voler conoscere meglio il mondo del volontariato ANPAS.

Paola è una psicologa dell’arte che ha deciso di impegnarsi per la solidarietà e i diritti dei bambini a seguito della strage nella scuola Numero 1 di Beslan, nell’Ossezia del Nord, evento per il quale un forte impegno è stato sostenuto anche dal territorio senese perché la sofferenza di qualsiasi essere umano ci riguarda da vicino e non può lasciarci indifferenti. Marco ha cominciato perché nel suo paese mancava una realtà come quella della Pubblica Assistenza e ha ritenuto giusto fare la propria parte per la comunità. Cristina si sente parte di qualcosa di grande. A Francesco piaceva guidare un’ambulanza e Olga e Giancarlo si sentono gratificati dal tempo impiegato in associazione tra i vari servizi di trasporto ordinario. Sin da quando aveva due anni, Mario è cresciuto in Pubblica Assistenza e i volontari sono stati una seconda famiglia, oggi è un soccorritore perché può contribuire a rendere più sicura la comunità e ad aiutare chi ha bisogno.

Jacopo stava andando a scuola quando vide passare un’ambulanza a sirene spiegate, notò che le persone all’interno della cabina erano concentrate ma per nulla spaventate e ne rimase colpito al punto da rivolgersi all’associazione dove ora svolge servizio ogni domenica da diciotto anni.

Jacopo

Jacopo

E Mario e Tommaso? Loro hanno sempre coltivato la voglia di aiutare il prossimo e sono diventati volontari. Gli abbiamo chiesto il perché e ci hanno risposto con una gran bella domanda: perché mai avrebbe dovuto essere diversamente?

Diventiamo volontari perché scegliamo di esserci, ci inseriamo nella realtà in cui ci formiamo da volontari, l’associazione diventa “famiglia” pronta ad accogliere e ci lasciamo trasformare. Cresciamo insieme e ci interroghiamo sul nostro ruolo per essere una parte attiva del cambiamento che vorremmo vedere lì fuori, dove ci riscopriamo solidali e partecipi alla vita dell’altro. Mario sostiene che si diventa volontari una volta e si è volontari tutta la vita. Anna lo fa perché sapere di poter essere di aiuto dà un senso ulteriore al proprio essere. Salvino, volontario ANPAS dal 2003, lo fa perché crede nel lavoro di squadra e nell’energia del volontariato.

Salvino con altri volontari

Salvino con altri volontari

Federica ha cominciato a 16 anni, oggi è la presidente della sua Pubblica Assistenza e fa volontariato perché è una parte importante della sua vita.

Federica

Federica

Massimo è un volontario della Misericordia di Poggibonsi dal 1989, il suo impegno è cresciuto nel tempo e oggi continua per l’impagabile soddisfazione di uno sguardo che ringrazia per l’aiuto ricevuto. A Marco l’impegno in Pubblica Assistenza ha dato molto di più di quanto lui abbia dato e qui ha trovato moglie e due figli che con lui si impegnano in associazione perché il volontariato è una grande palestra che ti forgia l’animo. Susy ha cominciato con qualche insicurezza e un pò di timore ormai ventidue anni fa, oggi prova a dare sollievo e sicurezza agli altri. Paolo è volontario dal 1982, in associazione fa di tutto un pò, perché lo gratifica e perché ormai da molto tempo per lui la Pubblica Assistenza è “casa” ed i volontari una gran bella “famiglia”. Chiara ha cominciato nei primi mesi di pandemia e oggi lo fa perché ogni volta che si pone un limite trova persone che la spronano a superarlo e farlo diventare un suo punto di forza. Daniela è una casalinga, ha cominciato nel 2017 per amicizia, oggi si sente al settimo cielo quando può aiutare qualcuno e lo fa insieme a Giulia e Valentina, le sue figlie, anch’esse volontarie in Pubblica Assistenza perché aiutare gli altri fa bene al cuore e ti rende migliore.

Elvio ha cominciato per dovere morale e, essendo attualmente pensionato, l’impegno in associazione lo fa sentire attivo. Gianni fa volontariato perché per tutti in caso di bisogno ci possa essere una mano tesa ad aiutare.

Per noi, Sonia e Emilia, sei volontario quando ti fai dono, diventi mani, occhi, sorriso. Ecco perché dovresti farlo. Enza da per certo che anche tu puoi fare la tua parte. Moreno è convinto che essere utile agli altri aiuta te stesso.

Moreno

Moreno

Julia sostiene che se non lo provi non lo saprai mai. Stefania crede che lo scautismo ti aiuti a diventare uomo e donna di carattere. Chiara ti invita a scegliere di diventare volontario perché quando si tende una mano per far rialzare qualcuno un pò ci rialziamo anche noi. Cristina sa bene che la vita in associazione ti regala esperienze ed amicizie che non hanno prezzo. Luca ci ha detto che si dovrebbe fare per sentirsi parte di un gruppo. Per Cinzia il volontariato ANPAS è una forma di amore che dovremmo provare tutti. Giulia, volontaria soccorritrice e operatore cinofilo, crede che il volontariato sia un’esperienza che ti cambia la vita e come Serena pensa che può regalarti una fantastica famiglia. Guido ci ha raccontato che essere di aiuto per una persona in difficoltà ti completa la giornata e, come ci hanno scritto tanti altri volontari, i soccorritori sono tra le più importanti ancore di salvezza perché ci sono sempre e con qualità. Federico aveva cominciato perché gli serviva un attestato di primo soccorso per lavoro, ora non passa un sabato sera in cui non è di turno in ambulanza perché esserci può fare la differenza. Giulio, sin da piccolissimo è cresciuto in Pubblica Assistenza e ci ha detto che fare volontariato fa bene al cuore. Per Riccardo ognuno dovrebbe provare per dare un contributo nobile e fattivo alla crescita della propria comunità. Michele è con lui soccorritore in Misericordia a Montalcino e entrambi ci dicono che dovresti provare perché dedicare il proprio tempo agli altri in associazioni di volontariato è importante, valorizza la nostra storia e scrive il nostro futuro. Anna Maria e Mauro ti invitano a farlo perché ci sono sempre più persone che hanno bisogno di te. Eva sta vivendo l’esperienza del Servizio Civile Universale e continuerà a fare la volontaria perché in un’associazione di volontariato si agisce e si cresce insieme agli altri. 

Insieme, per noi, è la parola chiave. Non importa chi sceglierai di essere e dove. Ogni associazione ha un cuore grande pronto ad accoglierti. Tu provaci. Noi, Sonia e Emilia, che ci siamo lanciate ad occhi chiusi in questo “esperimento sociale” a millemila mani, ci auguriamo che tu scelga di impegnarti con passione perché trovi la forza per dare tutto te stesso, perché tu possa lasciare orme sulla strada e chiamare “casa” ogni posto in cui lascerai un pezzo del tuo cuore.

Ecco, per adesso forse è tutto. Ma nel tempo speriamo di aggiungere tanto altro a questo racconto.

Sonia Vannoni e Emilia Di Gregorio