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“Il senso di Mattia”: l’incontro a Siena

Un progetto selezionato dall’associazione “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile

Si svolgerà il prossimo 23 marzo alle ore 16.00, presso l’aula 1 del centro didattico dell’Ospedale Santa Maria delle Scotte in viale Bracci a Siena l’incontro dal titolo “Il senso di Mattia“, promosso nell’ambito del progetto intervento multilivello protezione infanzia.

Ad aprire l’iniziativa saranno i saluti istituzionali di Andrea Nuti, Vice Presidente ANPAS Comitato Regionale Toscano ODV, Francesca Appolloni, Assessore alla Sanità e Politiche Sociali del Comune di Siena, e Antonio Barretta, Direttore Generale Aou Senese.
A seguire si svolgeranno gli interventi dei relatori: Federica Giannotta, Responsabile Advocacy e Programmi Italia, Fondazione TDH Italia, relazionerà in merito al progetto intervento multilivello protezione infanzia; Stefania Losi, Pediatra e Responsabile Servizio GAIA, IRCCS AOU Meyer, affronterà il tema della SBS – Sindrome del bambino scosso, che cos’è e quali sono le conseguenze; Caterina Innocenti condividerà la sua testimonianza da mamma; Francesca Menegazzo, Medico psicoterapeuta, IRCCS AOU Meyer, condurrà una riflessione sulla Sindrome del bambino scosso con un approfondimento sugli aspetti psicologici e la prevenzione. All’incontro prenderà parte Barbara Tomasini, Direttrice UOC Terapia Intensiva Neonatale AOU Senese.

L’iniziativa – spiega ANPAS Comitato Regionale Toscano ODV in una nota – nasce grazie all’incontro con i genitori di Mattia, Caterina e Riccardo che si sono rivolti a noi chiedendoci di far conoscere la loro storia. Mattia è un bambino di Pistoia che a soli 8 mesi muore per un ‘incidente’ avvenuto all’asilo nido in cui si trovava. Mattia è morto per Sindrome da Scuotimento (SBS – Shaken Baby Syndrome). Parlare con loro ci ha fatto riflettere su quali azioni avremmo potuto intraprendere come Anpas Comitato Regionale Toscano ODV, per apportare un nostro contributo e rispondere ai bisogni del territorio e della società più in generale. Grazie all’esperienza pregressa di alcuni incontri già realizzati e all’interesse mostrato dalle Pubbliche Assistenze, il nostro progetto si è sviluppato ulteriormente in un percorso di 13 incontri sul territorio toscano come azione omogenea e di ampia risonanza. L’obiettivo generale del progetto è quello di informare e sensibilizzare la comunità, con un focus specifico ai caregivers ed i genitori, su una sindrome che è ancora sottovalutata e talvolta sconosciuta, al fine di garantire il benessere psicofisico del neonato.

L’iniziativa “Il senso di Mattia” fa parte del progetto “Promozione Intervento Multilivello di Protezione Infanzia” coordinato da Fondazione Terre Des Hommes Italia. L’esperienza dell’ente capofila nell’ambito della prevenzione e del contrasto del maltrattamento e l’impegno nella campagna nazionale Non Scuoterlo (visita il sito web) sono state le premesse per inserire il percorso informativo “Il senso di Mattia” proposto da Anpas Toscana, all’interno delle azioni di progetto, avendo così la possibilità di diffondere ad ampio raggio le conseguenze, spesso sottovalutate, legate alla Sindrome da Scuotimento.

Per registrarsi all’evento è necessario compilare il modulo online: clicca qui.
Per il collegamento da remoto: clicca qui.

Come arrivare: per le indicazioni dal sito web dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese: clicca qui.
Per raggiungere l’aula: prendere gli ascensori nel corridoio che porta alla cappella, corridoio situato poco prima dell’edicola e andare al piano 1 (il piano di ingresso da Viale Bracci è 1s). Uscendo dagli ascensori andare a sinistra e arrivare alla fine del corridoio, l’aula si troverà alla vostra destra. È necessario indossare la mascherina FFP2 per l’accesso in ospedale.

Scarica la locandina con il programma completo: clicca qui.

Emilia Di Gregorio

Nella foto una volontaria Anpas tiene stretto il suo bambino 

Terremoto: siamo sicuri d’esse sicuri?

L’incontro è in programma per oggi, mercoledì 1 marzo alle ore 16.30, presso il centro socio-culturale “La lunga gioventù APS” in via dei Pispini n. 162 a Siena

Sappiamo come comportarci se viene a trovarci un ospite indesiderato come il terremoto? È la questione al centro dell’incontro voluto da Pierluigi Brogi, referente delle attività culturali del centro socio-culturale “La lunga gioventù APS“, insieme con i volontari comunicatori di “Io non rischio – Siena” per confrontarsi sul tema della sicurezza e condividere le buone pratiche di protezione civile relativamente al rischio sismico. 

Promuoviamo molti incontri – ci racconta Pierluigi Brogidedicati alla sicurezza in casa, un ambiente certo intimo e familiare ma non esente dai pericoli e da situazioni che possono metterci in difficoltà. Il recente sciame sismico ha messo in moto il bisogno approfondire quelle che sono le buone pratiche di protezione civile per proteggere sé stessi e gli altri. La sinergia con il mondo del volontariato per questi incontri è preziosissima: gli anziani dei nostri centri vivono la città nella sua dimensione più umana, ne conoscono la storia e ne custodiscono la memoria. Speriamo che questo possa essere solo l’inizio di un percorso condiviso proficuo.”

Questa edizione ridimensionata – spiegano i referenti di “Io non rischio – Siena” – della nostra ‘piazza’ dedicata alle buone pratiche di protezione civile risponde alla necessità di essere informati e consapevoli sui rischi naturali del territorio. Gli eventi delle ultime settimane ci hanno spaventato ma hanno portato ad una rinnovata attenzione su questi temi e i volontari comunicatori si son fatti trovare pronti per fare la propria parte.”

Emilia Di Gregorio

Da volontario a conduttore per raccontare la protezione civile

“Mi chiamo Duccio, ho 51 anni e nella vita non faccio il conduttore”. Chi lo avrebbe mai detto che un volontario si sarebbe presentato così incontrando le ragazze e i ragazzi per raccontare il mondo della protezione civile? 

È accaduto alla Pubblica Assistenza Val d’Arbia, dove i volontari del Gruppo di Protezione Civile hanno ideato il format “I soliti resilienti” ispirato al noto game-show televisivo e destinato agli studenti della Scuola Secondaria di Primo Grado dell’Istituto Comprensivo Renato Fucini di Monteroni d’Arbia per raccontare la storia e le attività di protezione civile.

Proprio come in TV, gli studenti – spiegano i referenti del Gruppo di Protezione Civile della Pubblica Assistenza Val d’Arbiadevono abbinare le identità ai volontari/ignoti. Ognuno di noi ha una propria identità, data dalle proprie esperienze personali e professionali, e tre indizi di una storia da raccontare per l’operato che da volontari di protezione civile svolgiamo in tempo di pace e nelle emergenze. Questo ci serve per dire ai giovani che qualsiasi sia l’età, qualunque sia l’esperienza e il bagaglio di vita che ognuno di noi porta con sé, nel volontariato di protezione civile e nel mondo del volontariato in generale ognuno può fare la propria parte e solo insieme si possono fare grandi cose.

A dettare i tempi del gioco e soprattutto a incalzare e incuriosire gli studenti ma anche gli insegnanti ci pensa Duccio, conduttore di eccezione, con tanto di papillon e giacca con le paillettes, che abbiamo incontrato per farci raccontare questa “missione” così inusuale.

Sono volontario di protezione civile – ci racconta – dal 2009. Ne avevo sentito parlare da alcuni amici e decisi di mettermi in gioco, poi col tempo mi ha veramente coinvolto. Ho partecipato alla formazione e a diverse esercitazioni con le associazioni che fanno protezione civile in Anpas Zona Senese, oltre che a varie missioni in tutta la regione. Ricordo che, tra le prime missioni, sono stato all’isola d’Elba per l’emergenza legata all’alluvione del 2011. Furono tre giorni intensi, passati quasi senza dormire, ci fermammo veramente poche ore. Ci sentivamo molto utili e la gente ci ringraziava di continuo. Eravamo degli angeli per loro.

Avresti mai immaginato di dover vestire i panni di conduttore per raccontare il mondo del volontariato di protezione civile?

Ho sempre creduto in questa associazione – spiega – per tutto ciò che facciamo, ogni giorno. Col tempo sono diventato parte integrante del gruppo di protezione civile e, oltre alle missioni in caso di emergenza, sono iniziati i vari progetti di prevenzione e informazione alla popolazione nei quali crediamo tanto, è stato naturale voler puntare sulla scuola. Il progetto mi è subito piaciuto, sin dalla prima idea di fare questo gioco per raccontare ai ragazzi la protezione civile. Esserne il conduttore non l’avrei mai pensato, qualcuno mi paragona al vero conduttore del programma ma non è così facile perché c’è da tirare le fila, tenere alta l’attenzione, stimolare la curiosità. Abbiamo strutturato un copione, ci siamo divertiti a scrivere gli indizi e a fare le prove con la musica, ed è stato un grande successo perché ci è stato richiesto di replicare più volte. Le ragazze e i ragazzi si sentono coinvolti in maniera diretta e ascoltano tutto ciò che raccontiamo, si confrontano per indovinare, fanno molte domande e non si annoiano. Secondo me ne restano anche un pò affascinati dall’emozione di alcune esperienze e dall’amore che ci mettiamo. È bello perché non c’è distanza tra chi racconta e chi ascolta. La lezione si costruisce insieme, è il risultato sempre nuovo, sempre diverso, un’opera unica a cura di tutti, studenti compresi.

Cosa lascia questa “missione” a te e agli studenti?

Il gioco – conclude – cattura l’attenzione ma la lezione che speriamo di trasmettere è quella sull’importanza di fare squadra. Nei nostri incontri informativi siamo soliti dire che la protezione civile è come una grande orchestra dove tutti gli strumenti suonano insieme perché la voce di ognuno possa essere la voce di tutti. Questa missione così speciale mi lascia tante cose: la sicurezza in quello che faccio, innanzitutto, e la consapevolezza che in protezione civile veramente chiunque può fare la sua parte, anche se non si crede di essere portati a fare certe cose si impara e si cresce insieme, facendo formazione e testando di continuo la nostra preparazione, e poi si può trovare una grande famiglia con la quale è bello raccontare un po’ di strada fatta insieme, divertendosi e coltivando la speranza di aver piantato un piccolo seme che, grazie ai cittadini del domani, avrà radici forti e ali per volare.

Emilia Di Gregorio 

Terremoto: successo di pubblico per “Io non rischio”. Il grazie ai volontari

Le pubbliche assistenze della zona Senese in piazza Matteotti hanno informato centinaia di cittadini sulle buone pratiche di protezione civile in caso di terremoto. Presente il sindaco di Siena e l’assessore alla protezione civile: da parte di entrambi, il grazie ai volontari.

Lo sciame sismico che ha interessato la città nelle ultime ore ci ha spaventato e la paura ha messo in moto la curiosità di saperne di più e l’esigenza di essere preparati e sapere come comportarsi qualora una nuova scossa dovesse irrompere nella nostra quotidianità. A questa esigenza la risposta è prontamente arrivata dal mondo del volontariato delle pubbliche assistenze di Anpas Zona Senese che, in sinergia con le istituzioni e con il supporto dell’Università di Siena, in piazza hanno condiviso con i cittadini le buone pratiche di protezione civile della campagna “Io non rischio“, promossa dal Dipartimento di Protezione Civile, da Anpas e dagli istituti di ricerca scientifica per diffondere la cultura della prevenzione dei rischi naturali.

Portare in piazza la campagna ‘Io non rischio’ – commenta il sindaco Luigi De Mossi è stata un’ottima idea, prontamente realizzata dai volontari, che ci da in maniera puntuale e corretta tutte le informazioni utili per proteggere se stessi e gli altri in caso di bisogno. Il terremoto non è prevedibile ed essere preparati e sapere cosa fare è fondamentale e può fare la differenza.

E’ importante questo appuntamento. Io non rischio c’è ogni anno e ci insegna a come comportarci in momenti drammatici. I volontari portano nel nome l’essenza di quello che fanno oltre la famiglia, oltre il lavoro e oltre il proprio interesse personale. A loro va il mio ringraziamento” ha evidenziato l’assessore al sociale e protezione civile Francesca Appolloni.

La piazza straordinaria delle pubbliche assistenze di Anpas Zona Senese – spiega Roberto Poggiani, responsabile regionale di Protezione Civile Anpas Toscana – risponde alla duplice necessità dei cittadini: quella di avere informazioni a seguito degli eventi di questi giorni e quella della resilienza di un territorio e di una comunità che cresce nella consapevolezza dei rischi e delle buone pratiche di protezione civile che possono aiutarci a fare fronte a questi eventi.

Sono stati – spiegano i referenti della piazza ‘Io non rischio – Zona Senese‘ – circa quindici i volontari, provenienti da tutta la provincia, che si sono dedicati a questa attività di informazione alla popolazione nel capoluogo. L’invito è quello di partecipare sempre più numerosi alle piazze ‘Io non rischio’, che siano quelle straordinarie o quelle canoniche per le quali ogni anno ci impegniamo su tutto il territorio. Potete seguirci anche nelle piazze digitali dei social network siglati #iononrischio e sul sito web www.iononrischio.it per consultare il materiale e tanti interessanti approfondimenti.

Emilia Di Gregorio

A Siena piazza straordinaria “Io non rischio – Zona Senese”

Appuntamento domani 11 febbraio dalle ore 11.00 alle ore 18.00 in Piazza Matteotti a Siena

Il volontariato di protezione civile torna in piazza insieme alle istituzioni e all’Università di Siena per diffondere la conoscenza dei rischi naturali e delle buone pratiche di protezione civile. Volontarie e volontari allestiranno uno spazio informativo per incontrare i cittadini che potranno informarsi e confrontarsi con l’ausilio di contenuti interattivi e materiale divulgativo, attraverso il quale saranno forniti spunti e approfondimenti sulla prevenzione relativamente al rischio sismico

In caso di terremoto – spiegano i volontari comunicatori che saranno impegnati in piazza – essere preparati può fare la differenza. Le ore di apprensione che abbiamo vissuto negli ultimi giorni ci ricordano quanto sia importante la conoscenza del proprio territorio e la consapevolezza dei rischi per agire in sicurezza, seguendo poche e semplici regole, per noi stessi e per gli altri.

“Io non rischio” – Campagna nata nel 2011 per sensibilizzare la popolazione sul rischio sismico – è promossa dal Dipartimento della Protezione Civile con Anpas-Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Reluis-Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica, Ispra-Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Ogs-Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, AiPo-Agenzia Interregionale per il fiume Po, Arpa Emilia-Romagna, Autorità di Bacino del fiume Arno, CamiLab-Università della Calabria, Fondazione Cima, Irpi-Istituto di ricerca per la Protezione idro-geologica, Regioni, Province Autonome e Comuni.

Sul sito ufficiale della Campagna, iononrischio.protezionecivile.it e sui profili social dedicati (canali Facebook, Twitter e Instagram) è possibile reperire informazioni, aggiornamenti e consultare i materiali informativi dedicati ai rischi naturali come il terremoto, il maremoto e l’alluvione.

Emilia Di Gregorio

“Sostegno a donne colpite da tumore al seno”: canottaggio a Chiusi

Una bella idea di ASD Canottieri DLF Chiusi e promossa dalla ODV iosempredonna, in collaborazione con Federsanita’, nasce dall’esigenza di offrire i benefici del gesto tecnico del canottaggio in donne operate per tumore del seno. Patrocinio del comune di Chiusi

Il progetto, ha lo scopo di creare un’opportunità innovativa per far scoprire la nobilissima disciplina del canottaggio e le molteplici valenze positive ad essa connesse, sia in termini di salute che di esperienza di condivisione e di aggregazione. E’ inoltre un’occasione concreta di migliorare il proprio stile di vita durante e dopo i trattamenti oncologici, salvaguardando la qualità di vita ed il benessere psico-fisico.

L’idea, lanciata da Chiara Sacco e Federico Feri tecnici e responsabili canottaggio del ASD Canottieri DLF Chiusi e promossa dalla ODV iosempredonna, nasce dall’esigenza di offrire i benefici del gesto tecnico del canottaggio in donne operate per tumore del seno.

Il progetto sarà presentato il giorno 4 febbraio presso il bocciodromo di Chiusi scalo: interverrà il Dott. Francesco Di Clemente, direttore Reparto oncologia di Nottola

Lo sport tutto può essere considerato un valido sostegno: senza dubbio un attore principale nella prevenzione oncologica primaria e terziaria, ma anche un coadiuvante nel trattamento oncologico. Diversi studi hanno dimostrato che la pratica sportiva può incidere positivamente sugli effetti collaterali delle terapie anti-tumorali, sull’ansia e sulla percezione del dolore. Inoltre, può migliorare l’umore, l’energia e favorisce l’inserimento sociale, combattendo così la solitudine e depressione, purtroppo tipiche in chi sta affrontando un tumore.

Il canottaggio potrà aiutare le partecipanti al recupero dei movimenti di braccia e tronco, con vantaggi anche nel caso di gravi neoplasie in donne che mantengano comunque discrete prestazioni.

Canottaggio a Chiusi per il sostegno a donne colpite da tumore al seno

Canottaggio a Chiusi per il sostegno a donne colpite da tumore al seno

Obiettivi

• sostenere le donne nel loro recupero psicofisico dopo lo scontro con il tumore al seno.
• incoraggiare le donne a superare l’evento traumatico e ri-progettare la nuova vita con rinnovate energie
• diffondere la nostra esperienza per raggiungere le donne operate come noi e farle uscire dall’isolamento e dalla paura
• condividere questo messaggio di speranza e di vita a donne con l’esperienza di malattia, attraverso anche il coinvolgimento di strutture ospedaliere, di altre associazioni e degli enti territoriali
• mostrare ai medici i miglioramenti a livello psicofisico
• promuovere l’informazione sulla prevenzione tumore al seno.

Partecipazione comunque aperta a tutti. Gli allenamenti si svolgeranno il martedì e il giovedì dalle 19 alle 20 fino ad aprile in palestra. Poi al lago. Il costo 35 euro a persona.

Canottaggio a Chiusi per il sostegno a donne colpite da tumore al seno

 

ACR Siena per il sociale: Lilt ospite

La prevenzione e il grande lavoro della Lega italiana per la lotta contro i tumori al centro dell’evento culturale pre-partita che si è svolto martedì sera al “Franchi” di Siena a poche ore dall’inizio della gara tra la Robur e Pontedera.

La presidente della Lilt Siena, Gaia Tancredi, di fronte ad un pubblico numeroso ed
attento che ha affollato la sala stampa dello stadio senese ha sottolineato che “grazie alla cultura della prevenzione oncologica come metodo di vita, oggi riusciamo ad intervenire e spesso ad anticipare l’insorgere del cancro. Siena – ha risposto Tancredi alle domande del responsabile dell’area comunicazione Andrea
Bianchi Sugarelli che ha moderato l’incontro – è uno dei primi tre centri in Italia in cui numeri e azioni dirette stanno ottenendo il maggiore successo. Tutto questo grazie agli oltre cinquanta medici che ruotano nei nostri ambulatori, dalla senologia alla dermatologia passando per la neurochirurgia fino alla ginecologia e educazione alimentare. Il riconoscimento va al nostro direttore sanitario Enrico Pinto che volontariamente mette a disposizione il suo quotidiano lavoro così come il neurochirurgo Sandro Carletti. In totale offriamo 27 visite specialistiche comprensive di check-up completi finalizzati tutti alla prevenzione oncologica. La Lilt Siena compie 50 anni ed oggi grazie anche alla nuova sede sono aumentate le prestazioni a favore dei cittadini e del territorio”.

Ogni anno alla Lilt Siena, che vanta circa 20mila iscritti, sono migliaia le prenotazioni per effettuare controlli, analisi, consultazioni: “La pandemia ci ha costretto a chiudere 40 giorni e sono state settimane difficili per tantissime persone che necessitavano di visite e accertamenti. In alcuni casi – ha detto ancora la
presidente della Lilt, Gaia Tancredi – è stato davvero complicato ascoltare le richieste di aiuto che ci arrivavano, per fortuna siamo riusciti a riaprire dopo un mese, ma non c’è dubbio che si è verificato un ritardo delle diagnosi, un forte rallentamento degli screening e perfino dell’accoglienza negli ospedali. C’è
anche da evidenziare che quest’anno abbiamo constatato molti più casi di cancro al seno come evidenziato dal nostro dottor Andrea Stella. Le concause sono ovviamente preminenti, ma non v’è dubbio che i due anni di pandemia hanno inciso moltissimo in quanto i controlli al seno non sono stati periodici rispetto alle regole della prevenzione. Le donne durante i mesi del Covid hanno avuto paura ad avvicinarsi ai centri sanitari peril timore di contagiarsi”.

Tancredi ha ricordato e ribadito che alla base nella battaglia contro i tumori “c’è la prevenzione primaria fatta di una corretta alimentazione, attività fisica, lotta al fumo e all’alcol. Piccole regole che valgono per tutti, che servono a noi stessi e a educare la società. La Lilt promuove anche la prevenzione terziaria, quella che riguarda le problematiche che sorgono durante il percorso di chi ha sviluppato un cancro, attraverso l’assistenza domiciliare, la riabilitazione psico-fisica, il reinserimento sociale e occupazionale del malato e dei suoi familiari” ha concluso la presidente della Lega italiana per la lotta contro i tumori.

Raccontaci il tuo Servizio Civile Universale!

L’invito della redazione di Sienasociale.it agli operatori volontari in servizio e a chi ha già vissuto l’esperienza del Servizio Civile Universale nelle associazioni del territorio

Il Servizio Civile Universale è la scelta volontaria di dedicare alcuni mesi della propria vita al servizio di difesa, non armata e non violenta, della Patria, all’educazione, alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica Italiana, attraverso azioni per la comunità e il territorio.

Recita così una nota sul sito del Dipartimento delle Politiche Giovanili presentando il Servizio Civile Universale con bandi e progetti dedicati alle ragazze e ai ragazzi tra i 18 e i 28 anni come un’importante occasione di formazione e di crescita personale e professionale. L’ultimo bando ordinario (clicca qui) è stato pubblicato lo scorso 16 dicembre e fino alle ore 14.00 del 10 febbraio sarà possibile presentare la domanda online per partecipare alle selezioni. Tanti sono i progetti attivi nelle associazioni della città e della provincia di Siena e la redazione di Sienasociale.it, in vista della prossima scadenza del bando, vorrebbe provare a raccontare il Servizio Civile Universale in maniera partecipata e con le voci delle volontarie e dei volontari che vi hanno già preso parte.

Se sei un operatore volontario attualmente in servizio o hai svolto il Servizio Civile Universale presso le associazioni del nostro territorio, puoi raccontarci la tua esperienza scrivendoci una e-mail all’indirizzo sociale@sienasociale.it oppure contattandoci tramite posta sui nostri canali Facebook e Instagram!

Come funziona il Servizio Civile Universale? I progetti hanno una durata tra 8 e 12 mesi, con un orario di servizio pari a 25 ore settimanali oppure con un monte ore annuo che varia, in maniera commisurata, tra le 1.145 ore per i progetti di 12 mesi e le 765 ore per i progetti di 8 mesi, articolato su cinque o sei giorni a settimana. Gli operatori volontari selezionati sottoscrivono con il Dipartimento un contratto che fissa, tra l’altro, l’importo dell’assegno mensile per lo svolgimento del servizio in € 444,30 che potrebbe essere incrementato sulla base della variazione, accertata dall’ISTAT. Tutti i giovani interessati a saperne di più possono visitare il sito web www.politichegiovanili.gov.it per conoscere i bandi attivi sul territorio della provincia di Siena utilizzando, sullo stesso sito, il motore di ricerca “Scegli il tuo progetto in Italia” e inserendo i filtri specifici relativi alla territorialità e agli ambiti di interesse.

Emilia Di Gregorio 

Foto tratta da sito ufficiale

Sinalunga: corso di disostruzione pediatrica

Riceviamo e pubblichiamo volentieri quanto ci ha fatto pervenire la direzione di “Zucchero Filato Nido Bilingue”. Un corso per la prevenzione che ha visto protagonista la Misericordia di Sinalunga.

Ieri, abbiamo ospitato un corso di disostruzione pediatrica, ovvero manovre salvavita di primo soccorso per trattare il soffocamento a causa dell’ostruzione delle vie aeree superiori di neonati e bambini, da parte di un oggetto estraneo in genere cibo o un giocattolo.

I volontari della Misericordia di Sinalunga hanno accettato molto volentieri il nostro invito, sostenendo con grande emozione l’importanza di diffondere l’acquisizione di tali manovre, soprattutto tra le persone che sono a contatto con i bambini: genitori, nonni, educatori e ingegnati.

Grazie alla grande umanità e preparazione dei volontari della Misericordia di Sinalunga, il corso non ha offerto solo tecniche e teorie, ma attraverso le prove di simulazione, i partecipanti sono stati sostenuti e incoraggiati nel momento in cui hanno espresso paure e preoccupazioni.

Un servizio educativo deve assolvere a queste importanti funzioni di sostegno alla genitorialità, offrendo percorsi formativi per accompagnare i genitori nella costruzione della quotidianità dei propri figli, per non sentirsi soli, per evitare l’isolamento e per riconoscere nel territorio di appartenenze le risorse utili a sostenerli. Questo incontro formativo, fa parte di un progetto di sostegno alla genitorialità che vedrà nuovamente coinvolta la Misericordia di Sinalunga e altre realtà del territorio della Valdichiana.

Ringraziare è un dovere, soprattutto quando qualcuno fa qualcosa per noi.
Noi dello Zucchero Filato  ringraziamo la Misericordia di Sinalunga, per il tempo, la pazienza, la simpatia e la grande e non scontata empatia con tutti i partecipanti al corso.
Grazie ai genitori, nonni e insegnati, per aver accolto con grande sensibilità, la nostra intenzione di offrire uno spazio di promozione e di rinforzo alle proprie risorse in situazioni dove la paura potrebbe prendere il sopravvento.

 

 

 

 

 

Laura e la necessità del fare: 19.000 raccolti

Grande successo e circa 19mila euro raccolti per la Pittarosso Pink Parade a Monteroni d’Arbia: da queste parti niente ferma le donne!

Abbiamo incontrato Laura Ceccarelli, referente sul territorio per la Fondazione Umberto Veronesi, esattamente ad una settimana dalla Pittarosso Pink Parade, la camminata non competitiva organizzata da PittaRosso a sostegno della ricerca scientifica sui tumori femminili. Cinque chilometri, mille donne (e uomini) partecipanti, che lo scorso 23 ottobre hanno inondato e colorato di rosa solidale le colline della val d’Arbia per sostenere insieme il progetto “Pink is Good” per promuovere la ricerca e la sensibilizzazione sui tumori del seno, dell’utero e dell’ovaio.

Parlare con Laura vuol dire percepire tutta la sua voglia di fare, la grande fiducia nella ricerca e la profonda gratitudine per la riuscita di una iniziativa che può fare la differenza nella prevenzione dei tumori femminili.

Cosa rappresenta per te la Pittarosso Pink Parade che hai voluto organizzare a Monteroni d’Arbia?

“Per me il “fare” è sempre stato una necessità. Penso sempre che siamo di passaggio, una vita da spettatori ha poco senso e non vorrei mai lasciare il mio posto senza aver lasciato qualcosa agli altri. Fare aggregazione e creare momenti per stare insieme e costruire ricordi mi è sempre piaciuto. Ho organizzato tante cose negli anni, gite e uscite fuori porta tra famiglie, sempre pensate con iniziative e occasioni per condividere esperienze, scoprire nuovi posti, mettersi in gioco. Nel 2020 una diagnosi tumorale mi ha stoppato. La settimana di ricovero all’Istituto Europeo Oncologico, in pieno lockdown, è stato il momento peggiore perché tante persone che avrebbero voluto starmi accanto non hanno potuto farlo per cause di forza maggiore. Quando tutto è passato, la sensazione è stata quella di sentirsi “miracolata”, forse è la parola giusta, ma anche un po’ in debito perché mentre tu ne sei fuori e ne cavi le gambe, sai che non è stato così per tutti. Io non sono medico né ricercatore, l’unico modo per pagare quel debito è fare la mia parte. La prima volta comprai i panettoni, per il Natale solidale, e da lì mi hanno contattato, ho sostenuto e promosso sul territorio tante delle loro iniziative fino alla prima Pittarosso Pink Parade sul nostro territorio”.

La prima edizione si è svolta a Monteroni nel 2021, come era andata?

“Ero convinta che sarei riuscita a mettere insieme, non senza fatica, una trentina di persone. Cercai di aiutarmi con il passaparola tra amici, colleghi, conoscenti. Alla fine eravamo trecentocinquanta”. 

E nel 2022?

“Abbiamo avuto mille partecipanti e ancora stento a crederci. Ero così scettica che, insieme alla mia amica Rosella, aiuto prezioso in questa impresa, abbiamo raccolto e scritto a mano tutte le adesioni pensando che sarebbero state poche e quindi di facile gestione”. 

Un’ondata di solidarietà che ti ha travolto…

“Sono state giornate frenetiche, abbiamo visto crescere questa iniziativa passo dopo passo e non sarebbe stata possibile senza il contributo di tutti coloro che ci hanno aiutato. Dall’amministrazione comunale a tutti i volontari impegnati nel coordinamento e nella gestione logistica di ogni aspetto, dalla Pubblica Assistenza Val d’Arbia che era presente con ben due equipaggi al dj che ha animato l’iniziativa, a tutte le realtà locali che ci hanno supportato con il loro lavoro e a coloro che in forma del tutto gratuita hanno messo a disposizione dei partecipanti acqua, bibite e snack, curandone la distribuzione e il servizio bar”.

Possiamo condividere lo straordinario risultato della raccolta fondi monteronese?

“Grazie alle adesioni alla camminata e alle donazioni effettuate nella giornata di domenica, comprensive di una donazione straordinaria devoluta dall’Associazione AMA Monteroni che ha curato il servizio bar, abbiamo raccolto oltre 19mila euro. Tutti i fondi raccolti saranno devoluti alla ricerca sui tumori femminili per lo studio di nuove cure e strumenti diagnostici per ridurre il più possibile il rischio di queste malattie”.

Hai già nuove iniziative in programma?

“Solitamente a Natale la Fondazione Umberto Veronesi propone Il panettone per la ricerca da regalare ad amici, clienti, collaboratori, familiari. Il ricavato dell’iniziativa sarà destinato a supportare il lavoro dei migliori ricercatori impegnati a trovare nuove cure e terapie innovative per bambini e adolescenti malati di tumore. Sempre al sostegno della ricerca e della cura sui tumori infantili è dedicata anche la campagna “Il pomodoro per la ricerca. Buono per te, buono per l’ambiente” che periodicamente rilanciamo. Sul territorio, invece, stiamo lavorando alla programmazione di una serie di serate che prevedono la visita guidata al Santa Maria della Scala, con una particolare attenzione alle aree espositive meno note e lontane dai percorsi prettamente turistici, e a seguire un aperitivo in compagnia. Questa iniziativa sarà dedicata alla nostra amica Marzia Roncucci”.