“Lottare senza paura di chiedere aiuto” la storia di Noemi

In occasione della giornata nazionale dei disturbi alimentari, ci scrive Noemi Perosillo che, dopo anni di sofferenza e di silenzio, ha compreso che alla sua malattia doveva solo dare accoglienza e trasformarla in una risorsa di vita di cui parlare senza alcuna vergogna per riprendere finalmente la sua vita in mano, con lo sguardo verso il futuro. Ecco la sua storia.

Grazie al mio disturbo alimentare posso dire di avercela fatta: probabilmente senza quella “Cosa”, ora, non sarei qui. Quando ci sei dentro sembra impossibile uscirne, perché quegli schemi, le tabelle, gli orari e i pensieri sono così totalizzanti da annientare tutto ciò che esula da cibo, peso e corpo. È il caos, dentro e fuori

Mi chiamo Noemi e sono una dietista. Due anni fa mi sono laureata discutendo una tesi che ho scritto a mani instabili, vacillante tra i ricordi, il dolore e la soddisfazione di poter dire che sì, sono guaritaMi chiedevo di continuo se quell’inferno sarebbe mai finito… Se sarebbe mai arrivato il giorno in cui sarei riuscita a comprare qualcosa dagli scaffali del supermercato senza controllare ossessivamente l’etichetta dei valori nutrizionali o in cui avrei smesso di contare mentalmente le kcal di ogni singolo pasto. Mi chiedevo come sarebbe andata dopo, chi sarei diventata, ma soprattutto, come? 

Nel pieno del mio disturbo mi sentivo totalmente impotente, schiacciata e sottomessa da quel parassita, ma non riuscivo a comprendere perché, in fondo, fossi d’accordo con quella condizione. Era un po’ come se lo meritassi, di stare male…  Come se quello fosse il mio destino, come se ormai non ci fosse altra via d’uscita. 

Ero confusa, scissa in due parti contrapposte e in continua lotta. Ero anche tremendamente stanca e durante gli anni ho capito, con tanta fatica, che il cambiamento era necessario: ho capito che non si trattava solo di “mettere” peso, ma di recuperare: vita, sorrisi, pensieri positivi, prospettive e speranze.  Non sapevo quanto tempo ci avrei impiegato: forse sarebbe accaduto prima di quanto pensassi, forse non sarebbe mai accaduto e avrei imparato a convivere con quelle paure. 

Dovevo provare, senza darmi per vita se avessi fallito la prima, magari anche la seconda o la terza volta. Dovevo continuare a lottare, a testa alta, senza aver paura di chiedere aiuto, accettando anche i momenti negativi, le apparenti ricadute, i pianti e gli attacchi di panico.  Sapevo che il futuro avrebbe potuto riempirsi di opportunità, di nuove esperienze e di vita vera, se solo glielo avessi permesso. 

Un disturbo alimentare continuerà a pesare, forse per sempre. 

Non ti manca, ma ogni tanto ci pensi. 

Lo ritrovi inconsciamente in tutti quei gesti e situazioni che sono tornati ad essere normalità, ma che per un lungo periodo hanno creato crisi, pensieri intrusivi e totalizzanti su tutto il resto.  In tutti quei contesti di gioia e condivisione che, col disturbo, diventavano tormento. 

La guarigione è un processo in divenire che non smette mai di arricchirsi grazie a nuove esperienze e alla capacità di mettersi in gioco, rischiare, buttarsi consapevolmente all’interno delle circostanze. Ancora oggi non so darmi una risposta di come sia andata realmente. 

So che ci sono giorni in cui continuo a vincere, giorni in cui sorrido e giorni in cui mi addormento piangendo. Ma ho imparato ad abbracciarmi un po’ di più, a sussurrarmi qualche parola di conforto, anche quando quei demoni tornano a bussare e l’abisso sembra l’unico posto in cui è possibile respirare un po’.

Sei quella cicatrice che sentirò per sempre, anche se non si vede.  Ti ho trasformata in una risorsa importante per me stessa e per gli altri.  Non avrai più spazio nella mia vita, ma ci sarai.  Per godere meglio delle piccole cose. 

Un respiro, la vita.

Noemi Perosillo

Per saperne di più 

https://www.dietistanoemiperosillo.com/ 

“Sguardi sul mondo”: Punto 8 promuove la cultura

Dopo lo stop dovuto alla pandemia, l’associazione Punto 8 vuole ripartire con la rassegna “ Sguardi sul mondo”, alla sua terza edizione, con l’intento, ormai consolidato, di fornire una riflessione approfondita su alcuni temi di cui si sente comunemente parlare, ma che spesso vengono affrontati in maniera superficiale.

La prima serata, il 16 febbraio, titolo: “Le caravelle dell’abbondanza” è stata dedicata al cibo: è stato ripercorso il cammino dei prodotti alimentari americani nella loro diffusione verso i continenti del Vecchio Mondo.

La seconda serata è in programma domani giovedì 16 marzo, titolo:”Hacker il soldato del XXI secolo”. Sarà affrontato il tema delle nuove forme di scontro internazionale legate alla tecnologia,di come si attuano gli attacchi informatici e di quanto è importante mantenere il livello della cybersecurity.

La terza serata, domenica 16 aprile, titolo: “Fine della globalizzazione?” sarà dedicata ai cambiamenti economici e politici che stanno riscrivendo la geopolitica mondiale in seguito alla guerra in Ucraina.

Gli incontri si svolgeranno, a Siena, presso la sala soci COOP in via delle Grondaie. Ingresso libero.

Gli organizzatori evidenziano: “l’obiettivo è promuovere una costante informazione e un continuo approfondimento su tematiche geopolitiche ed economiche internazionali, con testimonianze, letture, audiovisivi e anche musica per stimolare al massimo l’interesse dei partecipanti. Il confronto culturale  con esponenti di altre associazioni che parteciperanno agli incontri ci consentirà di aprire nuove collaborazioni per futuri progetti di volontariato”.

Giovanna Lachi, Presidente dell’Associazione e membro del nuovo Consiglio direttivo CESVOT, ci racconta l’essere e l’essenza di questa associazione.

Punto 8 nasce nel 2016 da un gruppo di persone con esperienze di associazionismo internazionale e non solo alle spalle e tante idee di cooperazione davanti a sé.Il primo obiettivo era trovare un nome che raccogliesse tutte le nostre aspirazioni e che fosse bello e comprensibile. Eravamo in 8 e pensavamo che il potere dell’associazionismo fosse infinito quindi il nome (numero,simbolo dell’infinito e forma del planisfero) era trovato, il punto simboleggiava l’incontro e la concretezza.

Da allora abbiamo sempre cercato di non perdere di vista la nostra mission organizzandoci per lavorare seriamente ma non tralasciando mai il divertimento e il piacere di farlo.

L’associazione si occupa di cultura dal mondo e nel mondo, di cooperazione e solidarietà anche internazionale, con l’obiettivo principale di diffondere la cultura come motore di integrazione e benessere sociale.

Negli anni abbiamo organizzato molte attività all’estero e in Italia e lo facciamo sempre con lo stesso entusiasmo.

Si sono uniti a noi nel tempo giovani e adulti che hanno portato nuove idee e tanti stimoli all’Associazione e questo ci fa ancora divertire e sentire utili in qualche misura.

Se ogni attività che facciamo può servire anche solo a mettere un seme di umanità nelle persone questo ci ripaga di tutti gli sforzi che facciamo per portare avanti i nostri progetti .

Non sono stati anni facili quelli che abbiamo vissuto ma ci sembra di essere riusciti ad adeguarci alla realtà del momento grazie anche alla collaborazione con altre associazioni.

Sonia Vannoni

Sienasociale.it ringrazia per la disponibilità Giovanna Lachi ed esprime a lei e a Punto 8, seria e solida realtà del terzo settore senese, i migliori auguri per il futuro.

Federica e l’anoressia: “credevo di poter mantenere il controllo”

La causa non esiste… e non è il fisico che non va; il corpo è solo un tramite attraverso cui manifesto il mio disagio e il mio dolore”. Oggi, 15 marzo, ricorre la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla dedicata all’anoressia, alla bulimia e agli altri disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Sienasociale.it, al fine di promuovere la cultura dell’ascolto, proporrà storie di vita legate a questi temi. La prima protagonista è Federica:  una bellissima ragazza di 28 anni di Poggibonsi, che studia scienze dell’infanzia e lavora presso un asilo nido.

Sceglie di raccontarci la sua storia con delicatezza e precisione e con il tono di voce che a volte si abbassa quasi a voler essere discreta.

Ci racconta che è sempre stata una ragazza precisa, preparata e perfezionista, che amava emergere rispetto alla media delle sue coetanee, anche a scuola. L’approvazione degli insegnanti data dai bei voti, dall’impegno scolastico e dalla sua buona condotta, avallavano queste sue caratteristiche, così come nel suo sport, il pattinaggio artistico: sempre attenta e rispettosa della disciplina e piena di orgoglio perché il fisico tonico e muscoloso le rispondeva dandole soddisfazione!

Durante il terzo anno del liceo classico accade un episodio che la destabilizza un po’. Federica prende un brutto voto in latino: un fatto che le fa vacillare alcune certezze; contemporaneamente, un giorno a casa dei nonni, si accorge di avere dei “rotolini di troppo” che le causano fastidio. Decide di mettersi a dieta. Da principio mangia limitando solo le quantità di cibo, ma successivamente, grazie alla mamma Monica infermiera, decide di farsi seguire da una dietologa che la asseconda e le formula un regime alimentare ristretto, ma adatto alla sua età ed al suo stile di vita. Il fisico di Federica risponde subito alla dieta tanto che nel giro di breve, arriva all’obiettivo del peso forma. Ma nonostante la dietologa le confermi che può tornare ad alimentarsi normalmente, Federica non rispetta l’accordo e continua a mangiare poco e a dimagrire. “Credevo di poter mantenere il controllo della situazione” ci dice.

Nell’estate del 2012 al mare con alcune amiche si rende conto che di fronte ad ogni offerta di mangiare in compagnia (un gelato, una colazione…) la sua risposta è sì sempre “no grazie”. Le amiche si accorgono delle continue negazioni e le consigliano una terapia con una psicologa, che forse potrebbe aiutarla.

La nostra amica inizia così un percorso di terapia che però non la porta a migliorare. La situazione, che purtroppo degenera, la porta a perdere più di 20 kg e ad un ricovero presso un centro per il trattamento dei disturbi alimentari, prima a Firenze e poi ad Arezzo.

Federica, così come la sua mamma Monica, tiene a precisare che di disturbi alimentari e delle malattie correlate, si parla troppo poco e male; suggerisce di fare informazione nelle scuole, parlare ai giovani di educazione alimentare, perché è proprio la fascia adolescenziale ad essere la più colpita. E poi creare degli sportelli di ascolto per i giovani, in cui anche un piccolo disagio, un piccolo campanello d’allarme può essere ascoltato da un professionista e preso in tempo, prima che sia troppo tardi.

Un dato allarmante, aggiornato al febbraio 2023 ci giunge dal Ministero della Salute: In Italia vi è una crescita straordinaria di casi di adolescenti affetti da disturbi alimentari (1 ragazzo/a su 3); e questo non è un dato da ignorare e a cui non dare ascolto. Purtroppo inoltre, questo disagio è esteso anche a tanti adulti che, come tutti, hanno bisogno di aiuto e di supporto.

La colazione al bar di Federica, una “coccola” con mamma e babbo

Oggi Federica sta meglio rispetto al passato ma confessa che occasionalmente incappa in delle scivolate … “non è facile uscirne e purtroppo ogni tanto scivolo… “, ma la vicinanza della famiglia che non l’ha mai abbandonata in tutto il percorso intrapreso e la professionalità, la dolcezza e la costante presenza del personale sanitario della struttura di Arezzo, la stanno aiutando a vedere la luce e a trovare la voglia di programmare il suo futuro.

Forza Federica, sei una meravigliosa creatura e sarai da esempio per tante ragazze in difficoltà!

Stefania Ingino

“Pesavo 34 chili ma mi vedevo grassa” la storia di Maria Vittoria

Oggi, 15 marzo, ricorre la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla dedicata all’anoressia, alla bulimia e agli altri disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Sienasociale.it, al fine di promuovere la cultura dell’ascolto, proporrà storie di vita legate a questi temi. Ecco le testimonianze della scrittrice Maria Vittoria Strappafelci , che ha vissuto il problema “sulla sua pelle”, e dell’Associazione Il Girasole che aiuta i più fragili.

Il 15 marzo ricorre la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, contro i disturbi del comportamento alimentare, nata undici anni fa, grazie all’iniziativa di Stefano Tavilla, padre di Giulia, morta a 17 anni a causa della bulimia.

L’obiettivo di questa iniziativa è stato fin da allora quello di porre attenzione alle strategie per prevenire e combattere un fenomeno che richiede interventi tempestivi e che la pandemia da Covid ha moltiplicato. Il Fiocchetto Lilla è simbolo delle storie di coloro che hanno vissuto queste malattie in prima persona e che, dopo essere a lungo rimasti nell’isolamento e nel silenzio, si sono uniti per dar fiducia a chi ancora si trova ad affrontare la malattia perché, dicono, dai disturbi del comportamento alimentare si può guarire.

Convinta della possibilità di uscire dal tunnel rappresentato dai disturbi del comportamento alimentare è la scrittrice Maria Vittoria Strappafelci, che narra la sua dolorosa vicenda a lieto fine in un libro, “Il digiuno dell’anima: una storia di anoressia”, edito da Kimerik, e che abbiamo voluto ascoltare.

Perché hai voluto scrivere questo libro, diverso da tutti gli altri che poi hai pubblicato?

Ho voluto far conoscere il problema dell’anoressia e della bulimia. Credo, infatti, che di ciò non si parli mai abbastanza. Certo, per me scrivere è stato anche terapeutico, ma quando io, dopo sforzi inumani, ne sono uscita, mi sono sentita in dovere di fare in modo che il maggior numero di persone, anche quelle che di fronte a questa malattia si girano dall’altra parte, non potessero più dire che non sapevano.

“Il titolo del tuo libro è fortemente evocativo…”

Ho scelto un titolo che comunicasse fin da subito al lettore il vuoto che vive chi si ammala di questi disturbi che portano al silenzio delle emozioni. La persona che soffre di questi disturbi, DCA li chiamano, non nutrono il fisico perché anche l’anima non si nutre più dei sentimenti.”

Come succede che una giovane, ma oggi il fenomeno non risparmia neppure i maschi, precipiti in questa condizione?”

Nel mio caso, ho iniziato a soffrire psicologicamente quando, io e mio fratello molto piccoli, mio padre si ammalò e fu curato lontano da casa: lui e mia madre si trasferirono per lunghi periodi lasciandoci affidati ad altri. Io vivevo quei periodi come un vero e proprio abbandono. Poi mio padre dovette smettere di lavorare e io, appena conclusa la scuola media, dovetti rinunciare a studiare per lavorare. Per me fu un dolore enorme, mi faceva sentire diversa ed infelice. A diciotto anni caddi in depressione e smisi di magiare. Nessuno allora parlava di anoressia, mi curarono  con psicofarmaci, ma non coglievano l’essenza del problema. Inoltre, molti apprezzavano la mia magrezza e io ne ero lusingata: lì scattò il meccanismo che ruppe l’equilibrio tra corpo e mente; lo specchio iniziò a restituirmi una visione distorta di me: pesavo trentaquattro chili, ma io mi vedevo grassa. Non lo sapevo, ma avevo imboccato una strada che per tanti, soprattutto nel passato, è stata senza ritorno.”

“E invece ci tieni a sottolineare che il tuo libro è un inno di speranza.

Sì, perché io sono stata fortunata e vorrei che potessero essere tutti quelli che di questa malattia si ammalano. Una notte, in un periodo in cui ero affetta da bulimia, vidi la morte in faccia: da sola a casa, mentre vomitavo, svenni. Mi ripresi a fatica e in quel momento scattò in me la consapevolezza che stavo distruggendomi; volevo uscirne, ma da sola era difficile. Mi vergognavo di confessare ai miei genitori che soffrivo di questi disturbi e cercavo soluzioni al di fuori della cerchia famigliare. Poi, un giorno finalmente, mio fratello mi minacciò dicendomi che dovevo smetterla di comportarmi così. Fu un pugno nello stomaco, duro da sopportare, ma che indicava che lui, e anche i miei, si preoccupavano, che non ero trasparente. Esistevo!”

Il libro scritto da Maria Vittoria

digiuno dell’anima una storia di anoressia. Il libro scritto da Maria Vittoria

Chi ti ha aiutata?”

Sono entrata in terapia presso un centro specializzato. Prima hanno dovuto farmi imparare a mangiare e dopo è iniziato un periodo di psicoterapia. Ci sono voluti altri anni, ma ce l’ho fatta e oggi posso dichiararmi guarita. E testimoniare, con la mia storia, che la possibilità di uscire da quel tunnel c’è. Questa malattia è un demone, un mostro, ma se si trova il bandolo della matassa, se ne esce.”

Che cosa suggeriresti alle ragazze che oggi si trovano nella tua situazione?”

Di non vergognarsi. Di parlare fin da subito, soprattutto in famiglia, che deve essere il primo sostegno per questi malati. E poi di chiedere subito di essere ricoverate in un centro specializzato. Oggi ce ne sono tanti e aiutano moltissimo.”

Ma quelle stesse famiglie, a cui accenna la scrittrice Strappafelci, si trovano ad affrontare il demone, il mostro, senza avere chiaro cosa fare.

Per aiutare queste famiglie da sei anni a Siena esiste la sezione locale dell’associazione “Il Girasole”, nata precedentemente a Spoleto, il cui referente senese è Fabrizio Padrini, che conosce per esperienza personale (felicemente conclusa) tutte le problematiche connesse ai disturbi del comportamento alimentare.

La nostra sezione è nata all’interno del reparto di pediatria dell’Ospedale senese, grazie ad un progetto triennale a suo tempo finanziato dai gruppi dei donatori di sangue delle Contrade. Il progetto prevedeva la collaborazione di un team medico (psicologo, pediatra, endocrinologo, specialisti e personale infermieristico) per curare i ragazzi che soffrivano di questo disturbo e di volontari che si incontravano con i genitori. Oggi il progetto originale si è concluso e alcune attività hanno avuto bisogno di essere rimodulate ed adattate, ma noi del Girasole continuiamo la nostra attività che si esplica in supporto alle famiglie. Si tratta di un gruppo di auto-aiuto aperto e rivolto ai genitori di ragazzi e ragazze con questa patologia.”

Quali sono i suggerimenti che potrebbe dare a un genitore che si accorga che il proprio figlio manifesta disturbi del comportamento alimentare?:

“I genitori che si trovano per la prima volta di fronte a questo problema sono disorientati e non sanno dove andare. Quando colgono i segnali, e non è detto che lo facciano subito perché questi ragazzi sono bravi a confondere le cose, innanzitutto dovrebbero rivolgersi al proprio pediatra poi anche ad un’associazione come la nostra. Mi sentirei di dire di evitare di rivolgersi unicamente a nutrizionisti o dietologi, perché il disturbo del comportamento alimentare è prima di tutto un problema di carattere psicologico.”

Quando vengono da voi, che problemi hanno i genitori?”

Innanzitutto, si sentono in colpa, per esempio per non essere stati capaci di cogliere i segnali ma anche perché spesso si indica la responsabilità della malattia negli stili di vita dei genitori, che è una cosa assurda. E’ vero che la maggior parte di questi ragazzi sono perfezionisti, ma non necessariamente perché rispondono alle aspettative delle famiglie. Molti di loro sono così e poi, oggi, l’attività social amplifica queste loro caratteristiche. Però, per una somma di motivi, questi genitori si sentono sbagliati e diversi e così finiscono per isolarsi evitando ogni forma di socializzazione che invece potrebbe aiutarli.”

Oggi ricorre la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, simbolo della possibilità di guarigione dai disturbi del comportamento alimentare. Che cosa si sente di dire a chi oggi sta ancora vivendo questo problema?”

Che non perdano il coraggio, che non si vergognino, perché quella che ha colpito i loro figli è una malattia, e sentirsi unici responsabili non fa bene né a loro, né ai figli. E, infine che, abbiano fiducia perché è una malattia da cui si guarisce. Oggi ci sono tante strutture, anche specializzate, che si occupano di questi pazienti ma non tutte (… anzi forse nessuna!) accetta pazienti in situazione di gravità fisica, cosa che invece una struttura ospedaliera – come quella che esiste a Siena – può fare, e in modo eccellente.. Io stesso sono un esempio di genitore che ha seguito positivamente questo percorso e adesso continuo in questa attività con l’associazione Il Girasole per sostenere e dare fiducia e speranza ad altri che sono ora come io fui nel passato.”

Come ogni ricorrenza, l’augurio è che l’attenzione su questo problema non si spenga il giorno successivo, ma continui e si diffonda la consapevolezza che permetta ad ognuno di scorgere i segnali nei giovani affinché né chi è entrato nel tunnel né le loro famiglie si sentano soli.

Per saperne di più

https://www.associazioneilgirasole.it/

Marina Berti

(Nella foto di copertina Maria Vittoria)

 

 

 

nella foto "La Sveglia" in scena

Suona “La Sveglia” della solidarietà: ecco “Il visitatore”

Il gruppo teatrale senese nuovamente in scena con fine altruistico. Il ricavato dello spettacolo, previsto nei giorni venerdì 17 e sabato 18 marzo alle ore 21, presso “Teatro del Costone”, sarà devoluto a QuaViO odv, Siena Cuore e Anioc Siena. Ingresso euro 10

“È un opera che mettiamo nuovamente in scena dopo 11 anni perché volevamo rimetterci in gioco con un testo diverso da quelli che “La Sveglia” propone ogni anno al proprio pubblico. È come una sfida con noi stessi e, nel contempo, la speranza di fare passare una serata teatralmente interessante a chi desidera assistere. E. E. Schmitt è uno scrittore poliedrico e, a mio modesto avviso eccezionale per aver creato questa suspence narrativa”. Con queste parole, il mitico Mario Ghisalberti regista dello spettacolo, ha  presentato l’evento. Con lui sul palco ci saranno Federica Olla, Samuele Cannoni e Andrea Cannoni.

Aiuto alla regia Caterina Paoli, tecnico suoni e luci Ernesto Scalese,  trucco Valentina Giannettoni.

Nello spettacolo, ambientato nel 1938, un ideale dialogo tra Freud e Dio: divertente, commovente, soave. Sullo sfondo la tragedia e le contraddizioni storiche  del nazismo. Il “Visitatore” è stato tradotto in 15 lingue e rappresentato in 25 paesi. In Italia è stato interpretato da Turi Ferro e Kim Rossi Stuart

Maura Marchionni, delegata Anioc Siena (Associazione Nazionale Insigniti Onorificenze Cavalleresche), ha evidenziato: “è bellissimo notare come il teatro si impegni per dare una mano alla solidarietà. Al regista, che è è un nostro Cavaliere, e agli attori va tutto il nostro sincero ringraziamento

Vanna Galli, presidente di QuaViO (Qualità della Vita in Oncologia) ha rimarcato:  “iniziative come queste ci fanno sentire forte l’abbraccio dell’intera città e permettono  alla nostra organizzazione di volontariato di dare, da oltre 30 anni, servizi gratuiti ai pazienti che sono nell’ultimo ma fondamentale tratto della propria vita”.

Giuseppe Saponaro

Una foto di Simone

“Ciao Simone, lasci un vuoto incolmabile” lettera al babbo

“Le Bollicine” si stringono nel ricordo di Simone Vanni. “una perdita che lascia un vuoto“. Il saluto dell’associazione di promozione sociale e la bellissima lettera che la presidente, Paola lucentini Bisconti, idealmente, scrive al padre di Simone, Marco

“Mi è stato chiesto di scrivere due righe su ciò che ha stravolto la vita di tutti coloro che conoscevano Simone. Ancora non riesco: fa troppo male raccontare aneddoti o vissuti. E’ il momento della  sofferenza intima, personale .

Voglio scrivere a te Marco : sei nei nostri pensieri e non mi sembra rispettoso, nei confronti della devastazione di un padre per la  perdita del proprio figlio,  soffermarmi su come  stiamo noi tutti. Vorrei che questo breve scritto ti arrivi come una ondata di affetto, che ti avvolga  nell’abbraccio dei genitori della nostra associazione.

Non so dove sarà la luce che ti possa dare forza ma la troveremo insieme: adesso ti siamo accanto con la presenza, fatta delle poche parole che riusciamo a dirti, ci siamo nella condivisione di silenzi, abbracci e lacrime poi ci saremo nel ricordare insieme a te Simone che continuerà a vivere in noi.

Marco ci stringiamo a te e vogliamo che da ognuno di noi tu possa prendere forza: da genitori saremo con te insieme ai ragazzi e a tutta la nostra associazione vogliamo rimanere nella tua vita, essere anche noi la tua famiglia.

Ci siamo: il dolore lo vivremo assieme e insieme riusciremo un modo per  guardare avanti”.

Il messaggio affidato alla pagina Facebook ufficiale di “Le Bollicine”

La famiglia delle Bollicine si stringe nel ricordo di Simone Vanni.
Con sconcerto e sgomento ieri mattina abbiamo saputo che Simo ci ha lasciati.
Non abbiamo parole, e se le avessimo non sarebbero sufficienti, per descrivere il vuoto che questa perdita ha lasciato dentro ognuno di noi.
Terremo vivo il ricordo dei mille caffè, delle mani svolazzanti, le mille sciarpine, le cuffie, zucchero, i grembiuli, le corse per lavare i cocci e tante altre cose che rendevano Simone parte della nostra famiglia.
Simone si attaccava alle persone, si nutriva del loro affetto, aveva bisogno di sapere che erano lì per lui; si preoccupava se qualcuno mancava ad un appuntamento e non mancava occasione per sincerarsi. A chi voleva più bene telefonava quasi ogni sera e ogni tanto portava uno dei suoi regalini.
Abbiamo costruito tanto insieme, percorso tante strade e Simone fieramente si è guadagnato ogni traguardo.
Ce lo vogliamo immaginare con la sua mamma a preparare una moka e a raccontare delle avventure passate in questi anni.
Simo, terremo vivo il tuo ricordo e custodiremo quel grembiule arancione con tutto l’affetto del mondo.
Buon viaggio Simo, guardaci dall’alto, proteggi il tuo amato babbo, tutta la tua famiglia e noi delle bollicine. Lasci un vuoto incolmabile.
Riposa in pace.
La redazione di Sienasociale.it esprime alla famiglia di Simone e a quella speciale delle Bollicine le più sentite condoglianze.

Juri Gorelli è Cavaliere al Merito della Repubblica

Un riconoscimento meritato che giunge dopo anni dedicati alla cultura delle prevenzione. Un impegno non solo in città e provincia ma anche a livello nazionale che ha consentito a “Siena Cuore”, organizzazione di volontariato di cui Gorelli è presidente, di farsi conoscere quale realtà seria e fondamentale per il terzo settore. Congratulazioni giunte anche dalla delegata Anioc Siena Maura Marchionni (Associazione Nazionale Insigniti Onoreficenze Cavalleresche).

Un uomo grande dal cuore grande. Juri Gorelli, per chi non lo conosce, è questo. Professionista della sanità, padre esemplare, volontario instancabile a servizio a servizio di una causa fondamentale: sensibilizzare e promuovere l’impiego dei defibrillatori con iniziative di informazione e la donazione di apparecchi acquistati attraverso la raccolta di fondi.

Parlare con Juri significa capire di più della  la cultura della Defibrillazione Precoce (metodica che consente di riattivare l’attività cardiaca dopo un arresto cardiaco, tramite un defibrillatore automatico). Parlare con Juri significa comprendere che certi riconoscimenti si guadagnano sul “campo”: oggi Siena è un po’ più ricca.

 

 

UICI Siena: un concerto per la settimana mondiale del glaucoma

Il concerto si svolgerà venerdì 17 marzo alla Limonaia del Tribunale Civile di Siena in via del Romitorio n. 4

E’ stato preparato con impegno e dedizione il programma del concerto del coro “Arlecchino” dell’UICI – Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Siena che si svolgerà venerdì 17 marzo alle ore 21.00 in occasione della settimana internazionale del glaucoma.

Il concerto, diretto da Marta Marini, prevede l’esecuzione di brani popolari e di successi internazionali arrangiati appositamente a tre voci e sarà impreziosito dalle letture di Paola Lambardi, attrice e regista.

Dal 12 al 18 marzo 2023 in tutto il mondo si celebra la Settimana del glaucoma, una patologia cronico-degenerativa che rappresenta oggi una delle principali cause di disabilità visiva e che ormai è riconosciuta, da anni, come la seconda causa di cecità nei Paesi industrializzati. 

Emilia Di Gregorio

Valdelsadonna attacco social “etichetta che fa rabbia”

Una gara di caccia, con futuro ricavo in beneficienza all’associazione della provincia di Siena, fa nascere una “polemica” su Facebook con diversi commenti negativi su un gruppo locale. La realtà che si occupa di prevenzione oncologica e non solo non ci sta e pubblica un comunicato ufficiale.

Ci possono essere tanti modi questo proprio no“. È uno dei commenti più netti.

La replica di Valdelsadonna è netta: “vorremmo chiarire a tutti la questione della donazione a Valdelsadonna da parte di AAC VICO DI BOSCONA.Siamo state accusate di accettare soldi provenienti da “fucilazione di bestie”.La suddetta associazione ha deciso di devolvere il ricavato di una giornata organizzata da loro, per i loro soci, alla ricerca contro i tumori. Quest’anno, come lo scorso anno, ci hanno contattate per chiederci di fare da tramite per questa donazione. In nessun modo siamo coinvolte nell’organizzazione di questo evento, che si sarebbe tenuto comunque (con o senza la donazione finale) e in nessun modo abbiamo richiesto questo contributo. Lo accettiamo? Si, assolutamente. Il perché è presto detto: siamo una piccola associazione fatta di donne che, nel poco tempo libero a disposizione, cercano di aiutare chi ogni giorno lotta contro un male brutto e subdolo. Alcune di noi hanno lottato in prima persona, altre hanno perso qualche caro o qualche amica con questa malattia. Sappiamo quanto c’è bisogno di aiuto in certi casi e sappiamo che tutto quello che arriva non è mai abbastanza. Il ricavato del 5×1000, delle nostre tessere associative, delle cene che facciamo, dei mercatini che organizziamo, non sono minimamente sufficienti a coprire tutte le situazioni di bisogno che ci vengono riferite. Va da sé che non riusciamo a fare anche donazioni per la ricerca. Quindi la domanda è la seguente: perché non dovremmo accettare di fare da tramite per la donazione di un’associazione che ha creato un evento privato perfettamente legale?!A tutte le persone indignate chiediamo: voi la tessera associativa di Valdelsadonna l’avete fatta? Le donazioni spontanee le avete mai valutate? Avete mai partecipato ad un nostro evento?

Avete provato a chiedere ad donna con una diagnosi infausta se le importa da dove vengono i soldi della ricerca che forse le permetterà di sopravvivere?
Sono domande provocatorie e lo sappiamo, ma dopo tutto il lavoro che c’è dietro alle nostre iniziative, essere etichettate così male sui social fa davvero rabbia.

Con affetto
Il Direttivo di Valdelsadonna”.

Lasciateci dire che le diverse idee pro o contro la caccia poco hanno a che fare con questa situazione.

L’opera meritoria di Valdelsadonna è, da anni, sotto gli occhi di tutti. Altrettanto lusinghiero l’intento degli organizzatori di devolvere il ricavato dell’evento, sul quale si può discutere tra favorevoli e contrari, per solidarietà. Strumentalizzare è un “gioco” che nulla a che fare con l’altruismo.

Giuseppe Saponaro

i ragazzi di Controtempo

Coprogettazione è “Scopriamoci in un film”

“I mercoledì Controtempo” è una rassegna di eventi che si tengono nello Spazio Controtempo di via del Paradiso 30 a Siena, e sono rivolti agli adolescenti e ai giovani adulti. L’iniziativa è nell’ambito di “Si-Sienasociale la coprogettazione che tanto vale”. Protagonisti i formatori di Misericordia di Siena. Venerdì 17 marzo inizierà  la rassegna: “Scopriamoci in un film”. 

Venerdì 17 marzo prossimo inizierà, presso lo Spazio Controtempo, la rassegna: “Scopriamoci in un film”. Si tratta di una proiezione guidata di quattro film, uno per settimana, sotto la guida dello staff educativo di Controtempo; i ragazzi presenti verranno invitati a viaggiare con la fantasia all’interno della trama del film, immaginando sé stessi attraverso la mimesi con i protagonisti e guardando oltre il significato immediato che la pellicola rimanda. Il primo film in rassegna è il castello errante di Howl di Hayao Miyazaki, un viaggio fantastico di animazione a bordo di un magico castello. Una condanna assoluta alla guerra dove tutto ruota intorno all’eterna lotta tra apparenza e sostanza.

Ricordiamo che tutti gli incontri non hanno la forma didattica di una lezione scolastica ma hanno l’aspetto del workshop dove i ragazzi potranno esprimersi, fare domande e confrontarsi tra loro insieme allo staff educativo di Controtempo. Per iscriversi basta inviare un messaggio WhatsApp al numero 3488863401.

SI-SIENA SOCIALE, la coprogettazione che tanto vale, è tra Comune di Siena e Enti del Terzo Settore per proposte a favore di anziani, minori, famiglie e disabili. A seguire le realtà partecipanti. Tavolo Anziani (Associazione di Pubblica Assistenza di Siena, La lunga gioventù APS, Centro socio-culturale terza età Antonio Conti APS); Tavolo Famiglia-Minori (Siena Soccorso ODV, Arciconfraternita di Misericordia di Siena OdV, M’ama APS, La lunga gioventù APS); Tavolo Disabilità (Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti Siena APS, Autismo Siena Piccolo Principe ODV, Le Bollicine APS, Sesto Senso ODV, Associazione Senese Down (ASEDO) ODV, Il Laboratorio ODV).