Archivi autore: Stefania Ingino

Grido d’allarme dalla Misericordia di Abbadia San Salvatore

Condividiamo un importante messaggio e grido di allarme della Misericordia di Abbadia San Salvatore, la quale invita la popolazione a sostenerla, dato l’enorme servizio che l’associazione da sempre presta per tutti i cittadini
 
SOSPENSIONE DEI SERVIZI  AMBULANZA NOTTURNA
 
La Confraternita della Misericordia di Abbadia San Salvatore (SI) è l’unica dell’Amiata senese che svolge, per conto dell’AUSL Toscana Sud Est, il servizio di Emergenza Urgenza H24 con la messa a disposizione di un secondo mezzo di reperibilità notturna a giorni alterni.
Mentre nelle ore diurne il servizio viene svolto anche con l’attività di altre associazioni, la notte solamente la Misericordia di Abbadia San Salvatore (SI) presta la sua opera di soccorso in tutti i paesi limitrofi dell’Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia. (Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, Radicofani, Castiglione d’Orcia.)
Già da tempo la Misericordia di Abbadia San Salvatore (SI) ha segnalato nelle sedi opportune la grave difficoltà finanziaria che sta attraversando in relazione all’importante diminuzione dei viaggi ordinari che si sono praticamente azzerati.
Considerando che la Confraternita già in precedenza riusciva con fatica a sostenere i costi dell’Emergenza-Urgenza, anche a causa della diminuita presenza di volontari, con la mancanza della risorsa economica dei trasporti ordinari non è più in grado di sostenere il servizio Emergenza nelle 24 ore.
Già dal 2021 si sono avute progressive perdite di bilancio e dal monitoraggio dell’anno 2023 si evidenzia una perdita finanziaria di circa Euro 120.000, cifra insostenibile per l’Associazione.
In considerazione di quanto sopra esposto informiamo la popolazione che, a far data dal 1° Aprile 2023, la Confraternita è costretta ad interrompere il servizio notturno di soccorso.
Sarà garantito però, seppur con sforzi non indifferenti, il servizio di soccorso diurno dalle ore 8.00 alle ore 20.00.
Come conseguenza di quanto detto il personale dipendente sarà posto, a turnazione, in Fondo di Integrazione Salariale (F.I.S.)
In questo difficile momento invitiamo la popolazione a sostenerci.
“Chi aiuta la Misericordia aiuta se stesso”

“Lottare senza paura di chiedere aiuto” la storia di Noemi

In occasione della giornata nazionale dei disturbi alimentari, ci scrive Noemi Perosillo che, dopo anni di sofferenza e di silenzio, ha compreso che alla sua malattia doveva solo dare accoglienza e trasformarla in una risorsa di vita di cui parlare senza alcuna vergogna per riprendere finalmente la sua vita in mano, con lo sguardo verso il futuro. Ecco la sua storia.

Grazie al mio disturbo alimentare posso dire di avercela fatta: probabilmente senza quella “Cosa”, ora, non sarei qui. Quando ci sei dentro sembra impossibile uscirne, perché quegli schemi, le tabelle, gli orari e i pensieri sono così totalizzanti da annientare tutto ciò che esula da cibo, peso e corpo. È il caos, dentro e fuori

Mi chiamo Noemi e sono una dietista. Due anni fa mi sono laureata discutendo una tesi che ho scritto a mani instabili, vacillante tra i ricordi, il dolore e la soddisfazione di poter dire che sì, sono guaritaMi chiedevo di continuo se quell’inferno sarebbe mai finito… Se sarebbe mai arrivato il giorno in cui sarei riuscita a comprare qualcosa dagli scaffali del supermercato senza controllare ossessivamente l’etichetta dei valori nutrizionali o in cui avrei smesso di contare mentalmente le kcal di ogni singolo pasto. Mi chiedevo come sarebbe andata dopo, chi sarei diventata, ma soprattutto, come? 

Nel pieno del mio disturbo mi sentivo totalmente impotente, schiacciata e sottomessa da quel parassita, ma non riuscivo a comprendere perché, in fondo, fossi d’accordo con quella condizione. Era un po’ come se lo meritassi, di stare male…  Come se quello fosse il mio destino, come se ormai non ci fosse altra via d’uscita. 

Ero confusa, scissa in due parti contrapposte e in continua lotta. Ero anche tremendamente stanca e durante gli anni ho capito, con tanta fatica, che il cambiamento era necessario: ho capito che non si trattava solo di “mettere” peso, ma di recuperare: vita, sorrisi, pensieri positivi, prospettive e speranze.  Non sapevo quanto tempo ci avrei impiegato: forse sarebbe accaduto prima di quanto pensassi, forse non sarebbe mai accaduto e avrei imparato a convivere con quelle paure. 

Dovevo provare, senza darmi per vita se avessi fallito la prima, magari anche la seconda o la terza volta. Dovevo continuare a lottare, a testa alta, senza aver paura di chiedere aiuto, accettando anche i momenti negativi, le apparenti ricadute, i pianti e gli attacchi di panico.  Sapevo che il futuro avrebbe potuto riempirsi di opportunità, di nuove esperienze e di vita vera, se solo glielo avessi permesso. 

Un disturbo alimentare continuerà a pesare, forse per sempre. 

Non ti manca, ma ogni tanto ci pensi. 

Lo ritrovi inconsciamente in tutti quei gesti e situazioni che sono tornati ad essere normalità, ma che per un lungo periodo hanno creato crisi, pensieri intrusivi e totalizzanti su tutto il resto.  In tutti quei contesti di gioia e condivisione che, col disturbo, diventavano tormento. 

La guarigione è un processo in divenire che non smette mai di arricchirsi grazie a nuove esperienze e alla capacità di mettersi in gioco, rischiare, buttarsi consapevolmente all’interno delle circostanze. Ancora oggi non so darmi una risposta di come sia andata realmente. 

So che ci sono giorni in cui continuo a vincere, giorni in cui sorrido e giorni in cui mi addormento piangendo. Ma ho imparato ad abbracciarmi un po’ di più, a sussurrarmi qualche parola di conforto, anche quando quei demoni tornano a bussare e l’abisso sembra l’unico posto in cui è possibile respirare un po’.

Sei quella cicatrice che sentirò per sempre, anche se non si vede.  Ti ho trasformata in una risorsa importante per me stessa e per gli altri.  Non avrai più spazio nella mia vita, ma ci sarai.  Per godere meglio delle piccole cose. 

Un respiro, la vita.

Noemi Perosillo

Per saperne di più 

https://www.dietistanoemiperosillo.com/ 

Federica e l’anoressia: “credevo di poter mantenere il controllo”

La causa non esiste… e non è il fisico che non va; il corpo è solo un tramite attraverso cui manifesto il mio disagio e il mio dolore”. Oggi, 15 marzo, ricorre la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla dedicata all’anoressia, alla bulimia e agli altri disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Sienasociale.it, al fine di promuovere la cultura dell’ascolto, proporrà storie di vita legate a questi temi. La prima protagonista è Federica:  una bellissima ragazza di 28 anni di Poggibonsi, che studia scienze dell’infanzia e lavora presso un asilo nido.

Sceglie di raccontarci la sua storia con delicatezza e precisione e con il tono di voce che a volte si abbassa quasi a voler essere discreta.

Ci racconta che è sempre stata una ragazza precisa, preparata e perfezionista, che amava emergere rispetto alla media delle sue coetanee, anche a scuola. L’approvazione degli insegnanti data dai bei voti, dall’impegno scolastico e dalla sua buona condotta, avallavano queste sue caratteristiche, così come nel suo sport, il pattinaggio artistico: sempre attenta e rispettosa della disciplina e piena di orgoglio perché il fisico tonico e muscoloso le rispondeva dandole soddisfazione!

Durante il terzo anno del liceo classico accade un episodio che la destabilizza un po’. Federica prende un brutto voto in latino: un fatto che le fa vacillare alcune certezze; contemporaneamente, un giorno a casa dei nonni, si accorge di avere dei “rotolini di troppo” che le causano fastidio. Decide di mettersi a dieta. Da principio mangia limitando solo le quantità di cibo, ma successivamente, grazie alla mamma Monica infermiera, decide di farsi seguire da una dietologa che la asseconda e le formula un regime alimentare ristretto, ma adatto alla sua età ed al suo stile di vita. Il fisico di Federica risponde subito alla dieta tanto che nel giro di breve, arriva all’obiettivo del peso forma. Ma nonostante la dietologa le confermi che può tornare ad alimentarsi normalmente, Federica non rispetta l’accordo e continua a mangiare poco e a dimagrire. “Credevo di poter mantenere il controllo della situazione” ci dice.

Nell’estate del 2012 al mare con alcune amiche si rende conto che di fronte ad ogni offerta di mangiare in compagnia (un gelato, una colazione…) la sua risposta è sì sempre “no grazie”. Le amiche si accorgono delle continue negazioni e le consigliano una terapia con una psicologa, che forse potrebbe aiutarla.

La nostra amica inizia così un percorso di terapia che però non la porta a migliorare. La situazione, che purtroppo degenera, la porta a perdere più di 20 kg e ad un ricovero presso un centro per il trattamento dei disturbi alimentari, prima a Firenze e poi ad Arezzo.

Federica, così come la sua mamma Monica, tiene a precisare che di disturbi alimentari e delle malattie correlate, si parla troppo poco e male; suggerisce di fare informazione nelle scuole, parlare ai giovani di educazione alimentare, perché è proprio la fascia adolescenziale ad essere la più colpita. E poi creare degli sportelli di ascolto per i giovani, in cui anche un piccolo disagio, un piccolo campanello d’allarme può essere ascoltato da un professionista e preso in tempo, prima che sia troppo tardi.

Un dato allarmante, aggiornato al febbraio 2023 ci giunge dal Ministero della Salute: In Italia vi è una crescita straordinaria di casi di adolescenti affetti da disturbi alimentari (1 ragazzo/a su 3); e questo non è un dato da ignorare e a cui non dare ascolto. Purtroppo inoltre, questo disagio è esteso anche a tanti adulti che, come tutti, hanno bisogno di aiuto e di supporto.

La colazione al bar di Federica, una “coccola” con mamma e babbo

Oggi Federica sta meglio rispetto al passato ma confessa che occasionalmente incappa in delle scivolate … “non è facile uscirne e purtroppo ogni tanto scivolo… “, ma la vicinanza della famiglia che non l’ha mai abbandonata in tutto il percorso intrapreso e la professionalità, la dolcezza e la costante presenza del personale sanitario della struttura di Arezzo, la stanno aiutando a vedere la luce e a trovare la voglia di programmare il suo futuro.

Forza Federica, sei una meravigliosa creatura e sarai da esempio per tante ragazze in difficoltà!

Stefania Ingino

Daniela Ceccarelli

Il sorriso di Daniela è “casa” in ospedale: 800 mamme accolte

La Casa Accoglienza della Fondazione Danilo Nannini , attiva dal mese di aprile 2016, ha come suo obiettivo primario quello di ospitare mamme con bambini ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale per permettere loro di stare vicine ai loro piccoli in maniera continuativa e soggiornando in un ambiente confortevole pensato appositamente per il genitore. La Presidente della Fondazione è Daniela Ceccarelli.

Gabriele Galgani – socio fondatore della Fondazione Danilo Nannini – ci racconta la storia di Melania, una bimba di Napoli da poco dimessa dal reparto di pediatria della AOUS Le Scotte di Siena e che ha lasciato all’interno della struttura un’impronta positiva unitamente al suo sorriso partenopeo.  “Melania è una bambina di Napoli di 12 anni che ci ha stupito per la sua simpatia, la sua straordinaria forza ed il sorriso contagioso.  È tornata a casa con la sua famiglia dopo un periodo di ospedalizzazione a seguito di una patologia curata dall’equipe medica della clinica pediatrica che l’ha presa in carico. Finalmente ora, potrà iniziare un percorso di cura a casa”.

Melania ha potuto contare sulla vicinanza dei suoi genitori e della sorella maggiore Anna. Il tutto grazie all’ospitalità ricevuta presso la Casa Accoglienza della Fondazione Danilo Nannini per la donna e il bambino ETS (situata al quarto lotto all’interno del dipartimento della donna e del bambino), non è stata mai lasciata sola.

Melania con la sua famiglia e Gabriele Galgani

Durante il ricovero in ospedale l’aspetto emotivo e psicologico dei pazienti ricoverati – oltreché la fragilità fisica data dalla malattia – è messo a dura prova dalla paura e dalle cure mediche, ma anche la distanza dalla famiglia spesso non semplifica il percorso ospedaliero.

I valori della Fondazione sono di sviluppare metodi appropriati per ridurre gli impatti negativi conseguenti a nascite premature o complesse, di migliorare le cure favorendo la vicinanza della madre e l’implementazione del latte materno, sostenere la madre e abbattere lo stress dovuto alla pendolarità.

La struttura dispone di sei camere doppie e una camera singola, tutte con bagno interno ed alcuni ambienti comuni. I locali sono finalizzati ad accogliere familiari di sesso femminile dei piccoli ricoverati, donne mastectomizzate dimesse che però vivono lontano e che necessitano di periodi di controllo e riposo, ed eventualmente familiari di pazienti provenienti da percorsi umanitari che necessitano di accoglienza.

All’interno della struttura opera Gabriele Galgani che coordina la Casa Accoglienza insieme alla Presidente della Fondazione Daniela Ceccarelli. Unitamente al Consiglio di Amministrazione ed al Consiglio di Indirizzo vengono stabilite e organizzate le linee guida e le priorità organizzative.

Daniela Ceccarelli Presidente Fondazione Danilo Nannini

La Fondazione Danilo Nannini e la Casa Accoglienza hanno accolto finora quasi 800 mamme di ogni etnia. La ristrutturazione dei locali è stata possibile grazie a una donazione della famiglia Nannini, donazioni di privati e soci fondatori. Inoltre, diversi Direttori Generali della AOUS e anche l’attuale, prof. Davide Antonio Barretta, hanno sempre condiviso e creduto nel progetto dimostrando sensibilità, umanità e collaborazione.

Per ulteriori informazioni fondazionedanilonannini@gmail.com

Stefania Ingino

Una scrittrice iraniana e la condizione femminile

Nella suggestiva cornice del Centro Culturale “La Tinaia” di Sovicille ieri – 8 marzo – è stata celebrata la Giornata Internazionale della Donna con un’ospite molto attesa e molto amica delle donne: Manna Parsì, autrice di testi letterari iraniani nata a Teheran ma che, da anni, vive in Italia e che da tempo racconta la condizione femminile nel suo paese natìo.

La Presidente dell’Associazione Turistica Pro Loco Sovicille aps, Rosanna Recchi e la socia fondatrice Donatella Pollini hanno introdotto e guidato la chiacchierata con l’autrice che ha ricordato il senso della giornata che non va vissuta come una festa ma come un appuntamento finalizzato al raggiungimento dell’equità dei diritti femminili.

Rosanna Recchi Presidente della Pro Loco Sovicille

Manna Parsì ha raccontato che le donne protagoniste nella storia e rimaste spesso anonime, sono state molteplici: migliaia hanno perso la vita perché sottoposte a condizioni lavorative disumane, altre lasciate sole a sfamare figli perché i loro mariti e fratelli erano stati arruolati in guerre senza fine, altre ancora vittime di società patriarcali in cui non vi era nessuna possibilità di riscatto.  Storie lontane, ma purtroppo sempre attuali, che ritroviamo sui giornali in cui leggiamo di femminicidi avvenuti per mano di uomini che uccidono in nome dell’amore, o donne vittime di retaggi culturali, vittime di razzismo, di riti tribali crudeli o di religioni maschiliste.

“Nel mio paese, la cosa che manca di più è la possibilità di scelta, vinta dall’imposizione” dice Manna; come quella del velo in Iran. La scrittrice ha ricordato quando nel 1979, rientrata a scuola dopo le vacanze, vide la segretaria indossare un velo. Subito sembrò uno scherzo tantoché tutte le studentesse cominciarono a schernirla. Quando la segretaria disse loro che non c’era niente da ridere, capirono che stava cambiando qualcosa e che, da lì a poco,  la loro libertà sarebbe stata repressa e tenuta strettamente sotto controllo.

E così fu.

Tutt’oggi le donne che hanno avuto la possibilità di studiare e lavorare sono succubi di mariti (e della famiglia del marito) che impongono loro regole e stile di vita ferrei. La maggior parte di loro non ha neanche il coraggio di divorziare perché la legge prevede l’affido dei figli, al marito.

La scrittrice iraniana Manna Parsì e Donatella Pollini socia fondatrice Pro Loco Sovicille

Manna afferma che col velo le donne si sentono invisibili, brutte, sono tutte uguali e perdono la loro identità, e l’obbligo di indossarlo rigidamente  vieta loro ogni libertà di scelta.

L’episodio di Masha Amini, uccisa nel settembre 2022 perché una ciocca di capelli fuoriusciva dall’hijab però, ha lasciato un segno: da quel momento c’è stata una vera e propria rivoluzione femminile fatta da donne che si tagliavano i capelli pubblicamente quale gesto di solidarietà verso una loro connazionale e di protesta contro il regime. A breve distanza dai primi episodi, la rivoluzione ha visto la solidarietà ed il coinvolgimento anche di padri, fratelli e mariti che manifestavano accanto alle loro donne, pagando conseguenze durissime.

La serata si è conclusa con l’intervento del Sindaco di Sovicille Giuseppe Gugliotti che ha ringraziato la scrittrice per il coraggio dimostrato e per l’intensità della serata. Ha sottolineato che il miglior modo per festeggiare la donna è quello di mettere in luce queste condizioni con l’informazione e la conoscenza e di favorire situazioni di parità, attraverso la consapevolezza. E soprattutto, non dimenticare ma anzi, continuare a dare sostegno, aiuto e vicinanza.

I libri di Manna Parsì saranno presto disponibili presso l’Associazione Turistica Pro Loco, in Via Roma 27 a Sovicille.

Per informazioni: info@prolocosovicille.it

Stefania Ingino

“Io respiro con le mani”: evento a Siena

“Io respiro con le mani” è il titolo dell’incontro che l’Associazione Donna chiama Donna, con il patrocinio della Provincia di Siena vuole dedicare a tutte le donne, in occasione della loro festa.   A partire dalle ore 17.15 del 10 marzo 2023,  tre splendide alleate, legate dall’amicizia e dalla sensibilità, daranno vita a momenti ricchi di intensità e profondità, scanditi da musica e racconti.

Anna Brancaccio, impiegata e presidente dell’Associazione Happy days di Barberino Tavarnelle che si occupa di rivisitazioni storiche,  leggerà due brani tratti dal suo libro “RESPIRO” (prossimo alla pubblicazione) dedicato alla nonna e alla bisnonna; due donne che l’hanno segnata profondamente perché vittime di vessazioni e forme di violenza ma che hanno saputo riscattarsi – in tempi non sospetti – facendo emergere la forza e la caparbietà che tante donne, in situazioni estreme, riescono a tirar fuori. Momenti molto intensi, sia per il ricordo personale ed intimo della scrittrice e sia per l’intensità dei racconti.

Katia Bassi artista ed autrice della scenografia delle mani, sarà la voce del centro antiviolenza, sottolineando ancora una volta l’importantissimo ruolo delle operatrici volontarie (come lei) che vi lavorano incessantemente. Con la massima riservatezza parlerà di alcuni casi delicati che l’associazione si è trovata ad affrontare e ci spiegherà che le mani sono un simbolo di riscatto, perché è proprio da queste che si può ripartire e ci si può risollevare e ancora una volta “riprendere in mano la propria vita”.

Chiara Tozzetti, impiegata, ha collaborato sia con l’associazione di Anna Brancaccio e sia con l’associazione che ha curato la visita alla cupola di Semifonte di Barberino Tavarnelle. Lei sarà la voce introduttiva e farà da legante tra i testi letti da Anna e le opere di Katia: sarà il dolce filo conduttore, che curerà e approfondirà le riflessioni che scaturiranno dall’esposizione delle due amiche.

Anna, Chiara e Katia

Ancora una volta donne volontarie, dedicano il loro tempo libero alla comunicazione e alla diffusione di messaggi di solidarietà, che passano attraverso parole, suoni, opere d’arte. Donne che tendono le loro mani ad altre donne per aiutarle ad uscire dal tunnel della violenza e renderle libere di essere donne!

Tutto l’evento sarà accompagnato da una giovanissima violinista del Liceo Musicale Piccolomini di Siena, che intratterrà i visitatori e li allieterà l’incontro con note di sottofondo.

L’evento si svolgerà all’interno della Sala Consiliare del Palazzo della Provincia di Siena e l’ingresso è gratuito.

Per ulteriori informazioni: ass.donnachiamadonna@gmail.com

Stefania Ingino

Nina e Alfiero magiche storie di vita

Grande affluenza di pubblico, venerdì 3 marzo, presso la sede della Pubblica Assistenza di Siena, in cui si è svolto l’incontro per la presentazione del libro “Al volo” scritto da Alfiero Chiavistrelli, ex tassista romano ed ex volontario della Confraternita di Misericordia di Castelnuovo Berardenga, in compagnia di Nina, la nostra amica e volontaria di QuaViO odv (Qualità della Vita in Oncologia) che l’ha supportato in questo meraviglioso ed appagante progetto! Nina (Martina Frullanti), presente all’incontro, ci racconta sia dell’emozione e dello stupore di Alfiero e sia del totale coinvolgimento dei partecipanti, rimasti incantati di fronte ai racconti e alla vitalità dell’autore. Organizzazione evento a cura di Grazia Ragazzoni del “Tavolo anziani” di Si-Sienasociale la coprogettazione che tanto vale”.

Alfiero e Nina presentano “Al volo” presso la sede della Pubblica Assistenza di Siena

Storie semplici di vita passata, la maggior parte di questa trascorsa a bordo del suo taxi per le vie di Roma, in cui Alfiero racconta di aver vissuto tutti i cambiamenti epocali dall’inizio del suo lavoro – 1 novembre 1954 – fino alla pensione e di aver avuto il piacere di incontrare persone famose dello spettacolo che quotidianamente accompagnava in giro per la capitale e con cui scambiava confidenze e aneddoti curiosi, appuntati meticolosamente su un’agendina. Quando nel giugno 2022 conosce Nina al mercato di Castelnuovo Berardenga, Alfiero le confida la volontà di pubblicare queste storie a lui tanto care, e la nostra amica non se lo fa ripetere due volte! Lei, che aveva auto-pubblicato il suo libro “Do you speak Amore” nel 2018, sa bene come fare e a chi chiedere una mano… ecco che coinvolge amici come Alessandro Valdrighi che ha fatto dono della copertina ed Emanuela Vezzoli che ne ha curato la revisione. Il resto è storia…

Le dediche di Alfiero!

Ma questo non è l’unico gesto d’amore che Nina ha compiuto gratuitamente, perché nonostante la sua giovane età (44 anni) ha già all’attivo anni di volontariato presso la QuaViO di Siena (Qualità della Vita in Oncologia) e studi approfonditi sul fine vita conseguiti presso l’Università degli Studi di Padova. Tutto nasce nel 2013 quando, a seguito della scomparsa della sua unica ed amatissima zia, si trova a vivere la morte in prima persona e ad affrontare il lutto.

Il dolore è talmente forte che Nina lascia il suo lavoro di Hotel Manager di una struttura prestigiosa di Pienza e parte per un viaggio in Africa per ricominciare la sua vita. Aveva bisogno di ritrovarsi…

Dopo qualche mese trascorso nel continente, comincia a scrivere una lista di 500 parole positive, che le aprono il cuore verso la scrittura e la consapevolezza che questa potrà esserle amica e guaritrice.

Torna in Toscana con questo quaderno di viaggio, si iscrive alla Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari e dà vita a “Do you speak Amore” un’autobiografia “che si legge da tutte e due le parti, come uno sguardo alla vita che inizia da capo anche laddove ci si aspetterebbe la conclusione” dice Nina. È la sua storia autobiografica, quella di una giovane e romantica donna che trova il significato della vita nell’Amore, con l’invito a prendersi cura di sé.

“Do you speak Amore” – libro di Martina Frullanti

Un invito che lei rivolge ed augura a tutti, perché la vita è realmente una cosa meravigliosa! E a proposito di auguri, anche stamattina, parlando con lei al telefono, non vedeva l’ora di sentire il suo caro amico e compagno di viaggio Alfiero perché, proprio oggi, il nostro “tassinaro” compie 92 anni.  A lui giungono i nostri personalissimi auguri, con la speranza di leggere presto un altro intenso racconto, magari scritto a due mani con Nina!

Stefania Ingino

 

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Alfiero 92 anni: tassista, volontario e scrittore “Al volo”

Auser Montepulciano dona “colorosi” copricapo

L’AUSER di Montepulciano ha pensato bene di portare un po’ di calore e colore ai pazienti ricoverati nel reparto oncologico dell’ospedale di Nottola.  L’idea è venuta alla Signora Graziella Capitoni, volontaria AUSER, ma anche, in passato, paziente ospedaliero in passato.

Quasi come forma di riconoscenza per la sensibilità e la dolcezza riscontrata durante il suo periodo della malattia, Graziella ha coinvolto altre signore – come lei – volontarie dell’associazione, nel confezionamento di cappellini di lana da donare alle persone ricoverate che, a causa delle cure invasive, devono affrontare la caduta dei capelli.  Queste grandi donne, tutte unite si sono date appuntamento il mercoledì sera presso la sede dell’associazione, condividendo oltre al lodevole progetto,  la grande voglia di stare insieme.

I cappelli nati dalle delicate mani delle volontarie Auser

Anche il presidente dell’AUSER Visiano Cappelli ha fin da subito accolto la proposta di Graziella, scaturita in gratitudine e riconoscenza da parte della struttura ospedaliera che consegnerà i copricapo alle persone ospedalizzate.

Il prossimo obiettivo è già in lavorazione: una sorpresa “profumosa” da regalare alle fanciulle presenti alla serata del 12 marzo, organizzata per celebrare la Festa della Donna.   Seguiranno balli e festeggiamenti!

Ma l’AUSER non si ferma mai e l’associazione è pronta per un altro – meritorio – obiettivo:  preparare, confezionare e spedire dei piccoli abiti destinati ai bambini della Siria che a causa della guerra e dell’ultimo devastante terremoto, hanno perso tutto.

Complimenti quindi a tutto il gruppo di volontari che dedicano il proprio tempo libero al prossimo con amore e dedizione!

Volontari AUSER all’opera!

Per ulteriori informazioni sugli eventi: montepulciano@auser.siena.it

Stefania Ingino

“Donne fiere” la Val d’Elsa le celebra

Fiere di essere donne…fiere! Un calendario ricco di appuntamenti da non perdere fino al 26 marzo in Val d’Elsa. Incontri dedicati alle donne di tutto il mondo.

Questo è ciò che il cartellone dei Comuni della Valdelsa, riuniti insieme per un progetto illustre e ricco di appuntamenti, vuole comunicare a gran voce in occasione della Festa della Donna e per ricordare l’importanza che essere uniti, paga sempre!

I comuni coinvolti (Casole d’Elsa, Colle di Val d’Elsa, Poggibonsi, Radicondoli e San Gimignano) hanno fatto da pionieri costituendo al proprio interno, nel 1998, il CPO (Centro Pari Opportunità) – come da DM del 19/4/1988 – aprendo le porte ad un servizio mirato al supporto e alla tutela di donne in difficoltà.

Lo scopo del Centro è quello di rimuovere gli ostacoli che comportano la non parità tra uomo e donna nel mondo del lavoro e delle relazioni sociali, promuovere la realizzazione professionale e dare il giusto valore all’identità femminile. “Bisogna costruire una rete di solidarietà tra donne e le organizzazioni coinvolte; ecco l’importanza dell’unione: ogni Comune lavora per fare rete con le associazioni del territorio” dice la Presidente del CPO Valdelsa Susanna Salvadori.

Susanna Salvadori Presidente CPO Valdelsa

Come, ad esempio, la collaborazione con il CAV (Centro Anti Violenza) per cui viene costruito un percorso individualizzato per ogni singolo caso ed offerto un servizio di consulenza legale e psicologica, sempre mantenendo un costante dialogo con le istituzioni locali, per tenere conto delle richieste e delle necessità della donna stessa.

Il CPO Valdelsa organizza anche corsi di formazione per le operatrici della giustizia, delle Forze dell’Ordine e dei servizi socio sanitari, con lo scopo di aumentare la conoscenza teorica ed operativa atta a contrastare la violenza di genere. Sono momenti formativi fondamentali rivolti a tutte le figure coinvolte nel protocollo Valdelsa.

Donne Fiere” nasce da un’idea dell’Assessora del Comune di San Gimignano – Carolina Taddei –, idea immediatamente sposata da tutti i Comuni che hanno lavorato insieme in totale sinergia. Il Cartellone, ricco di eventi ed incontri, assegnerà un riconoscimento a cinque figure di donne che hanno avuto un legame con i cinque Comuni Valdelsani, che si sono distinte nel tempo per l’abbattimento di stereotipi e per aver contribuito all’emancipazione di genere.

Appuntamenti da non perdere quindi, perché .. bisogna essere fiere di essere donne!

Per ulteriori informazioni: pariopportunitavaldelsa@gmail.com

Stefania Ingino

Al Caselli: “Giovani e dintorni”

Giovani & Dintorni è l’iniziativa che l’Istituto Caselli di Siena dedica, quest’anno, al tema della prevenzione dalle dipendenze. Domani, venerdì 3 Marzo, si svolgeranno gli incontri con Gianpietro Ghidini, Fondatore dell’Associazione Ema Pesciolino Rosso e padre di Emanuele, morto a 16 anni.

Ema Pesciolino Rosso ha lo scopo principale di sostenere i giovani nella forma della prevenzione e di divulgazione e sostegno di attività di sviluppo e crescita.

È una community di migliaia di persone, in crescita costante, dove genitori e giovani si scambiano idee, pensieri e condividono riflessioni su temi come l’adolescenza, il futuro, la scuola e ovviamente il rapporto tra genitori e figli.

L’Istituto Caselli di Siena ospiterà papà Gianpietro per un incontro con gli studenti venerdì 3 marzo dalle 11.40 alle 13.20 presso Aula Magna Istituto Caselli Via Roma 67.

Alle 18.00, invece, l’incontro, ad ingresso libero, sarà aperto a docenti, genitori e cittadinanza e si terrà nell’Aula Magna dell’Istituto Monna Agnese in Via del Poggio, 16.

Ufficio Stampa Istituto Giovanni Caselli Siena

Filomena Cataldo

La locandina dell’incontro